Roma, 13 dic – L’assessore alla Sostenibilità Ambientale di Roma, Paola Muraro, si è dimessa ieri sera, dopo essere stata raggiunta da un avviso di garanzia. “Oggi, tramite il mio legale, la Procura di Roma mi ha notificato un avviso di garanzia in riferimento all’articolo 256 del Testo unico sull’ambiente”, ha spiegato in una nota l’ormai ex assessore. Contestualmente sono stata informata che verrò ascoltata dalla Procura il prossimo 21 dicembre“. Il sindaco Raggi ha immediatamente accettato le dimissioni della Muraro, pubblicando un video al termine di una riunione di maggioranza in Campidoglio: “La stessa mi ha comunicato infatti di aver ricevuto da poco un avviso di garanzia per presunte violazioni del testo unico ambientale. Non sono entrata nel merito dell’avviso, ho accettato le sue dimissioni e ho assunto le deleghe alla sostenibilità ambientale”.
La Muraro dal canto suo si dice “tranquilla e convinta di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Tuttavia, per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione, ho deciso di dimettermi in attesa di chiarire la mia posizione”. Tutto molto bello, tutto molto trasparente. I sostenitori dei 5 Stelle possono gioire della vittoria dell'”Honestà” sui social network. Peccato però che la Muraro sapesse di essere indagata già dal luglio scorso, mentre è datata 5 agosto una mail che Paola Taverna, membro dell’allora mini direttorio romano 5 Stelle, inviò al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il quale pensò bene non condividere con nessuno questa informazione, nemmeno con i membri del direttorio nazionale grillino, tra cui Carla Ruocco e Roberto Fico. Molte furono le polemiche, visto che per molto meno i grillini avevano appena fatto fuori il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, senza contare che alla prima prova seria di governo, decidere di nascondere un’indagine in corso nei confronti di un assessore appena nominato, fa perdere leggermente di credibilità, soprattutto se fino al giorno prima andavi a urlare in faccia ai “politici” di dimettersi per fatti analoghi.
L’omertà di Di Maio fece si che l’opinione pubblica venne a conoscenza dell’indagine nei confronti della Muraro solo a inizio settembre, periodo in cui la “sindaca” Raggi continuava a perdere pezzi in Giunta e con importanti assessorati ancora da nominare. Le dimissioni dell’assessore alla Sostenibilità Ambientale sono state solo rimandate per opportunità politica. Nel frattempo però, la Muraro è diventata una degli assessori di punta di questa amministrazione, protagonista di numerose iniziative come ad esempio “Spazzatour”, in cui insieme alla Raggi si aggirava tra il centro e Tor Pignattara a controllare se attività commerciali e cittadini dividessero opportunamente i rifiuti secondo i dettami della differenziata. Sembrava esserci parecchia intesa tra la Raggi e la Muraro, come testimonia l’ampio spazio dato a quest’ultima sulla pagina Facebook ufficiale del sindaco. Solo ieri, poche ore prima delle dimissioni, la Muraro si trovava al residence Bastogi per denunciare il degrado e parlare di riqualificazione.
Peccato che poche ore dopo abbia “scoperto” di essere stata raggiunta da un avviso di garanzia. E non importa se tutto si sapesse da mesi, la messinscena della “trasparenza” andava rispettata e il video della Raggi stile “tutti gli uomini del presidente” lo testimonia. C’è chi dice che la Raggi in questo caso ha gestito bene la crisi, a differenza di quanto avvenuto con la mail di Di Maio. I 5 Stelle parlano di responsabilità istituzionale, ma qui le scelte sembrano più dettate dal mantenimento di un consenso che si basa quasi esclusivamente sulla necessità di mostrarsi “diversi” dalla vecchia classe politica e da un ossequioso rispetto dei provvedimenti giudiziari, dove un semplice avviso di garanzia per un’indagine che magari si rivelerà un buco nell’acqua, è in grado magari di far cadere oggi un assessore e chissà, domani un ministro o un governo. C’è a chi tutto questo lo chiama trasparenza. E chi invece ipocrisia e e incompetenza. Il tempo è galantuomo.
Davide Di Stefano