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Non ditelo alla Raggi, ma la (sua) differenziata è inutile. Vi spieghiamo perché

by La Redazione
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Raggi differenziata spazzatourRoma, 12 dic – La romanesca “monnezza” (tecnicamente RSU, Rifiuti Solidi Urbani) sono da anni uno dei problemi che attanaglia Roma, città con 2,8 milioni di abitanti che “produce” circa 4.600 tonnellate di RSU il giorno. Ma qualche giorno fa si è visto un siparietto notturno dove il neo sindaco Raggi è andata personalmente, accompagnata da un assessore e collaboratori, a ispezionare cassonetti e redarguire cittadini poco accorti nella famosissima “differenziata”, panacea di tutti i mali perseguita con fervore dagli ecologisti che così, novelli Girolamo Savonarola, possono giudicare e condannare i nostri “rilassati costumi ecologici”, tuonare indignati contro le amministrazioni comunali e, insomma, ritagliarsi spazio e presenza politica. Inoltre, poiché da qualche settimana si applicano le multe ai cittadini poco accorti nella “differenziazione” dei rifiuti fra carta, plastica e metallo, vetro, indifferenziato e biologico, si è trovata un’altra fonte di quattrini per le sempre esauste casse comunali. Sempre in base al principio che se si riduce il cittadino a “colpevole di qualche cosa” (divieti di sosta etc) si può spillargli quattrini: “è colpevole!”.

In realtà questa “differenziazione” degli RSU messa in carico al cittadino dal punto di vista tecnico, connesso al recupero delle varie frazioni degli RSU ebbene, non serve a niente. (Orrore! Costui è fascistarazzistapopulista! Vuole fare gli interessi delle mafie e far morire i nostri bambini). La carta raccolta è inquinata dalla plastica (la carta plastificata di moltissime confezioni) e quindi va ritrattata. La plastica/metallo va ritrattata per separare plastica e metallo, poi la plastica va ritrattata per separare i vari tipi di plastiche, quelle “clorurate” (col cloro, PVC e similari) da quelle “non clorurate”, il PET delle bottiglie alimentari. Il metallo, una volta separato dalla plastica va ritrattato per separare l’acciaio dall’alluminio, che non possono essere riciclati insieme. Il vetro va ritrattato per togliere le etichette, i tappi e i collari delle bottiglie, poi lavato e asciugato, poi separato fra vetro bianco e vetro colorato e infine le acque di lavaggio trattate in apposito depuratore per acque reflue industriali. Il biologico (i vostri scarti alimentari) è inquinato dalla plastica (il sacchetto in cui lo gettate e con cui lo trasportate già basta a inquinarlo) e da tante altre cose che inevitabilmente ci finiscono, ad esempio i vasetti di plastica sporchi di yougurt e cibi vari. Infine lo “Indifferenziato” va ritrattato per definizione.

E quindi tutto questo gioco dei tre sacchetti che fate in casa non serve assolutamente a niente: così come li consegnate i rifiuti non sono affatto differenziati e quindi non possono essere avviati al riciclo prima della differenziazione vera. Come si fa? Si fa rimettendoli tutti assieme e trattandoli in un impianto industriale specializzato, è il sistema più veloce, efficiente e meno costoso, e soprattutto l’unico possibile. Nel video vediamo un impianto in Gran Bretagna dove i tecnici lo spiegano (è tradotto in italiano).

Ora qualcuno penserà: “ma quella è la Gran Bretagna! Da noi sicuramente le cinque tipologie di rifiuto che facciamo in casa per poi metterle nei cinque diversi cassonetti andranno ognuna in impianti diversi per il riciclo”. Assolutamente no. A parte il vetro, ognuno di questi impianti diversi avrebbe una massiccia presenza degli altri componenti che andrebbero riportati ognuno al suo impianto, non si finirebbe più!

In questo video (Superquark) si mostra come si avviano al riciclo le varie componenti degli RSU, ma DOPO che sono stati differenziati tipologia per tipologia, in modo accurato: ad esempio a quello che ricicla le bottiglie in PET (di cinque colori diversi) certo non arrivano bottiglie flaconi di plastiche clorurate, che vanno a un altro impianto completamente diverso perché lavora plastiche diverse con tecnologie diverse.

Anche in questo interessante video del ciclo di recupero del vetro da RSU possiamo vedere che si tratta di una nuova separazione fra il vetro e altri materiali (metallo, plastica etc) che poi verrano a loro volta avviati a impianti di trattamento specifici.

E quindi, se guardiamo questo ultimo video, si vede chiaramente che anche a Roma esistono impianti dove gli RSU differenziati vengono di nuovo rimescolati insieme e poi ritrattati da zero, ottenendo le componenti principali (carta, plastica, vetro etc.) che poi verranno avviati alle ditte specializzate che a loro volta affineranno il processo di differenziazione su ogni singolo componente principale. Ci dice il giornalista: “quello che raccogliamo in maniera differenziata effettivamente arriva in impianti dove questa differenziazione viene mantenuta”. E vorrei vedere che non venisse mantenuta, ma dopo aver rimescolato tutto assieme.

E l’AMA di Roma che fa? Lo stesso, ad esempio nell’Impianto Salario (750 tonnellate giorno trattate) si conferiscono RSU non differenziati e se ne ricavano i componeti principali oltre al FOS (Frazione Organica Stabilizzata), i famoso “umido” che viene estratto dalla massa degli RSU.

Concludendo appare chiaro che “Ecologia” è “Tecnologia”, non il gioco dei tre cassonetti o dei cinque bidoni, che servono solo ad aumentare i costi per i cittadini. Arriveremo ad avere questa famosa “raccolta porta a porta” dove un occhiuto addetto ispeziona busta per busta, ci fa la multa quando gli riesce, se ne va con l’atteggiamento di chi sta salvando il mondo ed educando severamente gli scellerati fascio razzisti populisti sporcaccioni. E poi arriva a un impianto dove necessariamente si rimescola tutto perché diversamente non si può fare. Ma lì, non lo vede nessuno. Il fatto è che chi dovrebbe far sentire la sua voce e rimediare ai furori ecologisti poi si trova di fronte ai “Comitati”, i No Nuke, i No Tubo, No gas, No Tav, No Trivelle, No Case, No Tutt… Allora si ritira dicendosi: ma chissenefrega, fate un po come vi pare! Ma poi costi, multe e disagi sono a carico dei cittadini che come al solito ammaliati dalla televisione accettano anche questo come “necessità”.

L’ansia di apparire, manifestarsi, apparire in un qualche tubo catodico, ripetere le proprie scemenze davanti a un microfono su argomenti di cui non si capisce niente ma presentandosi come portatori di Verità Assolute è incontenibile. Siamo arrivati ad avere il “Movimento per l’estinzione volontaria del genere umano”, in modo che polli e coccodrilli possano finalmente condividersi Gaia senza l’impiccio dell’Umanità. In 33 lingue fra cui l’italiano. Oppure gli “Ecosessuali” che hanno tenuto il loro primo convegno in Australia già nel 2010. Che fanno, che vogliono? Si “inchiappettano” gli alberi oppure strofinano gli organi genitali per terra recitando giaculatorie e poesie. Per far sapere a Gaia che non tutti gli umani sono cattivi e la violentano. Noi con la raccolta porta a porta siamo ancora lontani da simili vette, per fortuna.

Luigi Di Stefano

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nemesi 12 Dicembre 2016 - 12:05

la potenza dell’immagine.Vedere questa Riaggi (o come diavolo si chiama) scrutare nel sacchetto della rumenta con borsetta a tracolla…senza capirci un cazzo (un pò come quando si guarda nel vano motore della macchina a cofano alzato se non si è meccanici) la dica lunga sul peggiore sindaco – OPS ! sindaca con A mi raccomando- di tutti i tempi.

Sembra un siparietto degno di scherzi a parte quando ad un segnale compaiono i cartelli e si palesano le telecamere nascoste.

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