Roma, 5 dic – Dopo lo tsunami referendum, il centrodestra italiano figura sicuramente nello schieramento dei vincitori: tutti i suoi partiti avevano sposato la linea del No, chi convintamente (Lega e Fdi), chi timidamente e strumentalmente (Fi). Eppure l’impressione è che i veri dividendi li incasserà il Movimento 5 Stelle, mentre per Salvini, Berlusconi e Meloni si tratterà di una vittoria di Pirro. “Renzi vattene”, infatti, non è un programma serio più di quanto non lo fosse il “Berlusconi vattene” della sinistra, che per 20 anni ha smesso di fare politica invocando messianicamente il gran giorno della cacciata del tiranno. Che poi è arrivato, trovando la sinistra del tutto impreparata, se non fosse stato per Renzi. Il centrodestra, sotto il governo dell’ex sindaco di Firenze, ha fatto la stessa cosa, con la differenza che almeno uno dei suoi protagonisti, Berlusconi, è sempre stato un anti-renziano per nulla credibile, preferendo di gran lunga l’inciucio all’opposizione.
Ora che Renzi non c’è più, il centrodestra appare palesemente inadeguato a prenderne il posto. E infatti, qualora si votasse, nessuno riesce seriamente a immaginare un prossimo governo Berlusconi, o addirittura un improbabile governo Salvini. Più plausibile, paradossalmente, un nuovo trionfo di Renzi o addirittura l’arrivo a Palazzo Chigi dei grillini. Il dilagare del grillismo è un’altra responsabilità del centrodestra italiano. Il M5S, infatti, non si sconfigge con inchieste come quella un po’ pretestuosa sulle firme false. E neppure con disastri come quelli della giunta Raggi, che non intaccano la fiducia di un elettorato tetragono e che non si fida più di nulla se non del blog di Grillo. Si sconfigge sul terreno del populismo stesso, con una forza più radicata, più radicale, con facce nuove e idee veloci. Tutto quello che il centrodestra non ha.
La svolta lepenista andava avviata a suo tempo, incassando magari qualche sconfitta temporanea, ma trovando il tempo di costruire un progetto. Non lo si è fatto, preferendo galleggiare e stare appresso a un anziano signore che perde colpi ed è sempre più ricattabile, e che inoltre stravede per il principale avversario (quante volte Berlusconi ha detto che il suo unico vero erede è Renzi?). Se domani si andasse al voto, come Salvini e Meloni chiedono, mentre il leader di Fi fa melina, i loro tre partiti si limiterebbero a sopravvivere con percentuali di galleggiamento, magari con la possibilità di poter contare qualcosa nel gioco dei numeri e delle alleanze determinato dal rompicapo tripolare che caratterizza ormai gran parte delle democrazie europee, ma comunque sempre in subalternità rispetto ai due attori principali, Pd e M5S. Davvero un bel risultato, complimenti.
Adriano Scianca
6 comments
pregevolissima analisi.
(purtroppo)
Ma per lepenismo intendete quello di Jean Marie che terrorizzava a 360° la politica benpensante francese, o quello della Marine che perderà contro Fillon perché meno decisa di lui sull’estraneità dell’Islam al’Europa?
Fillon è il Monti francese.
Se i francesi lo capiscono, può essere la volta buona che Marine vince, pescando voti nel bacino della sinistra.
Se non lo capiscono, lo capiranno presto.
A loro spese.
Purtroppo le cose stanno proprio così.
Se vogliamo dirla tutta il problema è che in Italia non solo manca una classe dirigente ma manca anche un’idea e una volontà di fare politica.
In questo desolante panorama di pagliacci, nani e ballerine Renzi, così come prima Berlusconi, appare un gigante e temo ce lo dovremo ritrovare a breve e tenercelo a lungo con tutto ciò che comporta in termini di danni incalcolabili.
È l’unico che sia in grado di governare e legiferare e ogni nuova legge sarà contro l’Italia e la sua civiltà ormai in declino.
Non vedo alternative all’orizzonte.
Andre
Da militante della Lega, mi tocca condividere.
L’errore capitale è stato fatto a Bologna, con il tentativo di coinvolgere Berlusconi.
E infatti da allora i sondaggi sono peggiorati costantemente.
Non so se Salvini abbia gli “attributi”, voglio ancora sperare di sì, come spero che questa presa per i fondelli del “centrodestra” finisca come merita, nella pattumiera della storia.
Comunque, si è buttato un anno abbondante e il tempo ormai è poco, forse troppo poco…
Posso anche condividere il pezzo nella sostanza, però non dimentichiamo che nella vicenda pirriana fu proprio Pirro a decidere di giocare la partita, nel caso del referendum non sono stati i sostenitori del NO a prendere l’iniziativa, la scelta di “giocare” è stata di Renzi. Poi sul treno già passato posso concordare ma Salvini e Meloni recentemente hanno fatto il possibile. D’altronde se di fronte alle invasioni di massa di stranieri la gente continua a votare 5 Stelle o il PD… cosa possiamo farci? Di fronte al masochismo non possiamo fare nulla.