Roma, 4 dic – Ci siamo già occupati in passato della balzana idea della “Germania” collettivamente intesa che trama ai danni dell’Europa, facendo notare come si tratti della sua Confindustria che prospera sostanzialmente massacrando i propri lavoratori. Certamente, in questo aiutata dall’insopportabile ed inestinguibile disprezzo che i tedeschi hanno sempre avuto per i latini in generale e gli italiani in particolare almeno a partire dal traditore Arminio, ma non sarebbe giusto fare finta che la Germania sia una enorme barca in cui tutti i tedeschi viaggiano in prima classe. Per spiegare ulteriormente questo concetto, può essere utile entrare brevemente nel dettaglio del pacchetto legislativo Hartz IV, l’ultimo di una famigerata serie, esplicitamente venerato dai nostri politicanti corrotti e servi, in particolare di quelli che ci fanno la morale.
Sostanzialmente, Hartz IV consiste nell’istituzionalizzazione, per legge, della miseria come strumento di competitività internazionale. È in particolar modo uno strumento per il lavaggio del cervello di massa, che trasforma le vittime in colpevoli facendo di tutto per farle sentire in colpa. Il pilastro del sistema è il sussidio di disoccupazione, che persino secondo la commissione parlamentare incaricata di studiarlo è stato scientemente “taroccato” dal governo, ovviamente in senso restrittivo. Già dal 2005 l’importo avrebbe dovuto essere di 500 € al mese per ogni adulto, ma invece è stato calcolato in 345 € nell’Ovest e in 331 € nell’Est. Sì, in effetti si parla di qualcosa di simile alle vecchie “gabbie salariali”, ma molto più deleterie, come si vedrà in seguito. Basterebbe certo vedere la ridicola entità di questo tipo di sussidio per comprendere che nei fatti si tratta di una fregatura, ma procediamo con ordine. Le persone che dipendono da questo sussidio minimo di sussistenza sono 4.4 milioni di disoccupati cronici oppure di colo che devono integrare il loro basso salario o Minijob, che sono di fatto il segreto del basso costo unitario del lavoro (e quindi dell’alta produttività) tedesco. Inoltre, anche un milione di persone con un’invalidità, malati o disabili, o i pensionati la cui pensione è insufficiente per vivere percepiscono questo sussidio. A questi si aggiungono 1.6 milioni di bambini. Per i parassiti d’importazione, ovviamente, si fa un’eccezione e le maglie del sistema sono insolitamente generose, alla faccia della “severità” teutonica. Attualmente una persona celibe che vive da sola riceve 404 €, se c’è un partner 364 €, più un affitto “ragionevole” in una stamberga dismessa e spesso in situazioni di promiscuità sovietica in stile “dottor Zivago”. Dal 1 agosto scorso, il sistema si è avviato rapidamente verso ulteriori abissi di follia classista e padronale.
Bisogna che gli italiani, ossessionati dalla oggettivamente soffocante burocrazia nazionale, si rendano conto del fatto che quella tedesca è peggio. Non perché sia inefficiente come pare essere la nostra, ma proprio perché efficientissima, e quando si è vittime di un meccanismo impersonale, solo un elettore di Fare potrebbe desiderare che il medesimo diventi più efficiente per stritolarlo con un minor rapporto costi/ossa fratturate. Prendiamo ad esempio di ragazzi fra i 15 e i 24 anni: già nel 2007 agli impiegati del Jobcenter erano stati attribuiti per legge poteri semi-divini tramite i quali obbligarli ad iniziare ogni tipo di tirocinio, ma anche i lavori ad 1 Euro (Ein-Euro-Job, altro vanto della competitività teutonica), ogni stage non retribuito oppure ogni lavoro interinale tramite la minaccia di bloccare in modo del tutto unilaterale l’erogazione dei quattro spicci di cui sopra. Oltre i 25 anni, esiste un contorto meccanismo di riduzione graduale (fino a zero) del sussidio dopo ogni “effrazione”. L’impiegato-pontefice può a stretta norma di legge interpretare come “cattiva condotta sociale” ogni rifiuto di un lavoro, oppure la perdita di un lavoro se ritiene che il lavoratore sia in parte colpevole. Può addirittura chiedere fino a 4 anni di risarcimento. Vale a dire: l’ufficio trattiene al disoccupato, per tutta la durata di questo periodo un reddito ipotetico che avrebbe potuto guadagnare, indipendentemente dal fatto che il sussidiato sia finanziariamente bisognoso oppure no. In pratica, si tratta di un sistema in cui il Governo sussidia indirettamente le imprese per consentire loro di esportare molto, grazie a milioni di disperati in balia di un impiegatuccio frustrato della Vestfalia ansioso di esigere la sua libbra di carne quotidiana.
È stato così creato un enorme settore a basso salario per attività che presumibilmente sono poco produttive, grazie anche al “dibattito sulla pigrizia” iniziato dopo la riunificazione e che ha portato ad incolpare i disoccupati del loro insuccesso sul mercato del lavoro. L’idea in fondo era semplice: se contraggo il mercato interno, sono costretto ad espandermi verso l’esterno, altrimenti i profitti crollano e con essi le mazzette che la viscida classe imprenditoriale tedesca (che nulla ha da invidiare a quella italiana) versa quotidianamente ai “rappresentanti eletti del popolo”. Questo piccolo teatrino degli orrori solo per mettere le cose in prospettiva. Se c’è qualcosa di buono da prendere dalla Germania è proprio la cogestione delle imprese, quella cosa che è stata nei fatti smantellata dalle riforme Hartz perché considerata “inefficiente” ed allo scopo di segmentare il mercato del lavoro fra “privilegiati” e “sfigati”, ovvero quelli in balia del burocrate unto dal signore. Questo è il modello che ci si prospetta, con la semplice differenza che, non potendo in realtà diventare anche noi una potenza mercantilista (essendo il commercio internazionale necessariamente un gioco a somma zero), non avremo nemmeno gli spiccioli per un sussidio da quattro soldi.
Matteo Rovatti
1 commento
I poveri devono esistere altrimenti non ci sarebbero i ricchi
Si chiama democrazia del popolo non eletto e quindi sacrificabile a piacimento dagli eletti che giocano come nei loro film Hollywoodiani
E non venitemi a dire che in Germania ci sia un governo Tedesco