Roma, 3 dic – Nelle banche piccole sta il risparmio buono. Lo sostiene l’European banking authority (Eba), che in un suo recente rapporto ha passato al setaccio 131 istituti continentali nell’ambito dei cosiddetti “esercizi di trasparenza”, approfondimento degli stress test condotti dalla Bce, che hanno coinvolto anche 15 banche italiane.
Fra quelle tricolore spiccano Mps e Intesa, Veneto Banca e Popolare di Vicenza accanto al Banco Popolare. Il giorno e la notte in termini di vicissitudini recenti, ma non senza sorprese. Perché è vero, ad esempio, che i due istituti veneti escono da un periodo di seria difficoltà, ma sembrano farlo – inchieste per truffa a danno dei risparmiatori a parte, un altro paio di maniche – più che discretamente, migliorando quei fondamentali di bilancio sui quali tanto si concentrano i regolatori europei. Fa molto bene anche il Banco Popolare, il cui Common equity tier 1 aumenta dal 12,39% del 2015 al 14,14% attuale. Peggio va per Mps, la cui crisi è conclamata, che accusa ulteriori passi indietro con il coefficiente di capitalizzazione addirittura in discesa. Lo stesso vale per Intesa (fino ad oggi considerata fra le più solide) il cui Total risk exposure amount cresce a 286 miliardi euro, mentre quello di Unicredit sfiora i 400.
Filippo Burla