Roma, 30 nov – Salvini che lancia avvertimenti a Berlusconi ormai rischia di essere una non-notizia. È una routine che va ormai avanti da tempo, salvo poi essere smentita da sempre nuovi riavvicinamenti. Al Forum all’Ansa in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, il leader leghista ha detto all’ex premier di non fare scherzi dopo il voto: “Se Berlusconi desse vita ad altri inciuci le nostre strade si allontanerebbero, io voterei subito”. Il che significa, comunque, che attualmente le loro strade non sono lontane.
Serve quindi l’ennesimo banco di prova per stabilire se quest’alleanza s’ha da fare o meno? A poco vale, quindi, la perfetta fotografia dello scenario attuale tracciata dal segretario del Carroccio: “La parola centrodestra mi fa venire l’orticaria, credo ad una distinzione tra globalisti e sovranisti”. Perfetto, non si poteva dire meglio. Peccato che alle parole stentino sempre a seguire i fatti, tant’è che dopo tutto questo tempo il rapporto con Berlusconi è ancora al livello del “stai attento che ti mollo”.
Ma, esattamente come nelle storie d’amore, chi minaccia sempre di lasciare l’altro, alla fine resta sempre. L’ambiguità, del resto, è totale: “La nostra idea di Europa – dice Salvini – è completamente diversa da quella che stanno governando Renzi e Berlusconi insieme. Chi si allea con noi non potrà essere con un piede a Roma e un altro a Bruxelles. Mi sembra che Toti, Fitto, Meloni abbiano le idee chiare. Aspettiamo il 5 e vediamo chi si aggiunge. Gli Alfano, i Cicchitto, i Tosi, neanche dipinti sui muri”. Quindi, ricapitolando, lo schieramento sovranista sarebbe questo: Salvini, Toti, Fitto e Meloni sì, Berlusconi ni, Alfano, Cicchitto e Tosi no. Se i nemici della globalizzazione sono Toti e Fitto, banchieri e multinazionali possono dormire sonni tranquilli…
Giorgio Nigra