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Dall’Erasmus ai coniugi Obama: i 10 miti retorici della “bolla” radical chic

by Adriano Scianca
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coniugi ObamaRoma, 23 nov – I cittadini dell’Occidente, o almeno quei cittadini che dell’Occidente sono i più entusiasti esponenti, vivono in una bolla (The Bubble, come recita una recente parodia del Saturday Night Live). È per questo che un Trump o una Brexit di tanto in tanto fanno scalpore: perché sono eventi che fanno irrompere la realtà nella bolla. L’effetto, però, dura poco: ben presto la realtà viene di nuovo espunta e si torna a nutrirsi di veri e propri miti retorici. Si tratta di figure mediatiche senza alcuna reale consistenza, ma che pure permeano tutta l’esperienza del mondo dell’occidentale medio. Vediamone alcuni.

I Millennials – Sono la generazione di giovani nati tra il 1980 ed il 2000, i quali attualmente si trovano nella fascia d’età 15-35 anni. Dopo l’elezione di Trump, Repubblica si chiedeva: cosa sarebbe successo se avessero votato solo i Millennials? Ovviamente la cartina degli Usa era tutta blu, che in America è il colore dei democratici. Che valore possa avere un dato del genere non si capisce: magari se avessero votato solo quelli il cui nome inizia per F avrebbe vinto il candidato mormone che ha preso lo zero virgola qualcosa. E allora? La verità è che i Millennials sono un’invenzione autoconsolatoria, un appiglio per convincersi che la realtà non è così spiacevole come sembra: “Certo, ora votano anche quegli anziani puzzolenti e conservatori, ma un giorno domineranno i Millennials e il mondo troverò la pace”. È il mito del progresso che, cacciato dalla porta, rientra dalla finestra. Peccato che i Millenials siano anche gli “sdraiati” di cui parla Michele Serra, ovvero quella gioventù che, quando invece non fa più comodo, diventa indolente, qualunquista, ignorante.

Generazione Bataclan – Altra variante del mito generazionale, designa i giovani europei cresciuti nel mondo post-11 settembre, quello della minaccia del terrorismo come condizione permanente. L’espressione indica tanto lo smarrimento di chi sa che può essere ucciso in ogni momento “facendo le cose che caratterizzano i nostri valori e il nostro stile di vita”, cioè sfasciarsi di shottini, quanto la risposta emotiva della stessa generazione a tale minaccia: commozione, cambio avatar di facebook, Imagine, gessetti colorati, perdono e mansuetudine come arma per fermare le pallottole. Spoiler: non le fermano.

Generazione Erasmus – Terza variante del mito retorico generazionale, stavolta declinato in chiave “europeista”. Il nostro futuro sarà di questi giovani che viaggiano, girano, conoscono altri loro coetanei e così facendo si globalizzano, portando poi in patria questa loro nuova consapevolezza. Ora, l’idea dell’Erasmus non è una brutta cosa di per sé. E anche se la sua realizzazione concreta ha che fare più che altro con sbronze adolescenziali a base di cocktail annacquati e sesso con sconosciute fricchettone sull’orlo del coma etilico, in fondo chi siamo noi per giudicare. Basta solo non farne la pietra angolare spirituale, etica e politica della nuova Europa. O credere che un milione di europei (tanti l’anno scorso sono andati in Erasmus) incarnino il destino e le speranze degli altri 600 milioni.

Il popolo della rete – Ne esiste una variante grillina (la democrazia diretta fatta a colpi di clic da qualche decina di migliaia di attivisti) e una mediatica (la rete che si commuove e si indigna). Che il web debba dettare una linea politica o emotiva, si tratta sempre e comunque di un’illusione, un artificio, la costruzione di un mondo immaginario. Non esiste alcun popolo, nella rete, ma solo il suo simulacro che ognuno di volta in volta si costruisce (i social, in particolare, stanno accelerando questa dinamica narcisistica per cui ci si specchia nelle proprie stesse idee, dato che si tende a interagire solo con chi la pensa come noi). E così si scambia la realtà con il proprio ombelico.

Gli intellettualiL’Occidente non produce più intellettuali degni di questo nome. Produce, tuttavia, un’industria culturale parassitaria che è molto brava ad autoriprodursi e ad autoalimentarsi. Gli appelli degli intellettuali per il referendum renziano (siano essi per il Sì o per il No) o quelli, ancor più risibili, contro l’avanzata populista, danno bene l’idea dello scollamento di questi personaggi dal mondo reale: ma chi mai dovrebbero convincere o influenzare questi soggetti? E che senso ha, di fronte ai segnali del rigetto popolare verso la loro autorità, riproporre quest’ultima in forma ancor più magniloquente? Come può Saviano essere la risposta al grande calcio popolare a tutti i savianismi? Chi pensa una cosa del genere è già alla frutta.

L’antimafia virtuale – La mafia è una cosa molto seria (e reale). Anche l’antimafia lo è. In Italia, l’antimafia a livello strutturale l’ha fatta solo il fascismo. Dopo, qualcuno l’ha fatta a livello individuale, pagando anche con la vita. C’è però un’antimafia che fa chic e non impegna, quella social, lontano dai luoghi in cui la mafia spadroneggia e uccide. Mandare a quel paese la mafia da un pc non costa nulla, ma si trasforma in una gigantesca pacca sulla spalla che molti si danno da soli. È il dirsi allo specchio quanto si è belli e bravi e giusti.

La famiglia Obama – È il mito retorico più assurdo, lecchino e avvilente. Riguarda la divinizzazione, per esclusive ragioni epidermiche (e quindi razziste) di un uomo politico mediocre e della sua ancor più mediocre consorte, di cui i giornali più “autorevoli” hanno raccontato vita e vicissitudini con toni da rotocalco rosa. Obama che gioca a basket, che beve vino, che spara arcobaleni dalle mani, che balla, che abbraccia la moglie. “Le foto degli Obama che ci hanno fatto sognare”, titolava una gallery fotografica uscita dopo la vittoria di Trump. Una personalizzazione al cui confronto quella operata da Silvio Berlusconi è nulla. Il grado zero della politica. E della dignità.

Hillary e le donne in politica – Se Obama ha se non altro il physique du rôle per interpretare il leader cool che fa palpitare i cuori liberal, non si capisce come qualcuno abbia potuto pensare di far recitare un ruolo positivo ed emancipatorio all’arcigna Hillary Clinton, incarnazione vivente del potere più cinico, ambiguo e tenebroso. L’idea che una donna debba entusiasmare e vincere in quanto donna, per poi governare in modo illuminato sempre in quanto donna, è un’altra di quelle bufale pazzesche a cui solo i più boccaloni e sprovveduti occidentali hanno potuto abboccare. Oltre che, sia chiaro, un’idea estremamente sessista.

I migranti che fuggono dalla guerra – Ne abbiamo parlato a dismisura. I migranti rimpiazzano il proletario nella visione del mondo erede del marxismo, sono la nuova categoria portatrice di “sofferenza universale” venuta a portare una “emancipazione universale”. Essi fuggono dalla guerra, dalla fame, dalle persecuzioni e non vedono l’ora di godere dei nostri diritti civili, della nostra democrazia, del nostro wifi. Chi vuole sapere come è andata a finire veda la voce “Generazione Bataclan”.

Recenti studi americani – Ce n’è uno per dimostrare qualsiasi cosa, molto spesso per negare la realtà che avete sotto agli occhi. Uscite di casa e dovete dribblare pusher magrebini, rom in coma etilico, latinos con machete? Recenti studi americani dimostrano che l’immigrazione è una risorsa. Vostro figlio ha 8 mesi, ma è già un bulletto e si appassiona a pistole, moto, palloni e soldati? Recenti studi americani dimostrano che non c’è alcuna predisposizione biologica in tal senso. Ovviamente se volete essere informati su tutti i recenti studi americani sapete già cosa fare: comprare Internazionale. Era ovvio, no?

Adriano Scianca

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28 comments

Miguel 23 Novembre 2016 - 1:42

Peccato tu non abbia fatto un Erasmus…facile parlare per luoghi comuni, gli stessi che ironicamente vuoi sfatare nell’articolo.

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Ddcx 23 Novembre 2016 - 6:18

L’Erasmus è un’esperienza formativa che può essere esaltante e formativa. E, in pratica, lo hanno anche scritto.
Quello che fa letteralmente pena è la sua rappresentazione nell’immaginario liberal. Basta vedere quel filmetto chiamato “L’appartamento spagnolo” e tutto sarà chiarito.

Ma tu l’hai fatto l’Erasmus?

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Stefano 23 Novembre 2016 - 7:14

noi lo chiamavamo “Orgasmus”…

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Michele 27 Novembre 2016 - 7:29

Certo che ho fatto l’Erasmus, altrimenti non sarei offeso dalle parole di uno che, viceversa, parla di quello che non sa. Magari la visione comune è quella del film che citi (lecito pensarlo, diverso provarlo), ma dato che l’articolo si scaglia contro i luoghi comuni è abbastanza incoerente citare un’esperienza che cambia la vita (e non perchè ad una festa ti limoni tre tedesche e due canadesi).

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Alessandro 23 Novembre 2016 - 2:35

Uno degli articoli più belli mai letti, difficilmente si sarebbero potuti usare parole e concetti più adatti. Ci sarebbe da farne un manifesto. I miei più vivi complimenti.

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giovanni damiano 23 Novembre 2016 - 2:39

Gran bell’articolo su questa retorica davvero di quart’ordine.

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Fabrizio 23 Novembre 2016 - 3:31

Prendere per il culo i luoghi comuni con dei luoghi comuni.
“l’antimafia a livello strutturale l’ha fatta solo il fascismo” altro che Erasmus, dovresti ripartire dalla prima elementare.

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Giovanni 23 Novembre 2016 - 4:47

Articolo molto bello. Due cose

I Millenials sono già superati dalla generazione Z (conosciuta anche come iGen, Post-Millennials, Centennials, o Plurals). Informarsi perché ad oggi sono loro il vero oggetto del desiderio del marketing evoluto, in qualsiasi settore, compreso quello politico. Quando si parla di “gggiovani” oggi ci si riferisce sociologicamente a questa fascia, a questa tipologia di uomini. Concordo cmq nel ritenere la retorica sulle generazioni davvero inconsistente, infondata ed alla fine dei conti villana.

Mafia: la mafia è parte integrante della repubblica democratica fondata dagli stati uniti d’america. Se fosse davvero combattuta, o per renderla come fa Scianca: se fosse SERIAMENTE combattuta, oggi non esisterebbe. Ringraziamo poi gli USA per averci conferito una rivoluzione di forma della mafia stessa, con Lucky Luciano infatti se ne va il RAIS ed entra lo spacciamorte. Mori? Vero, numeri importantissimi da portare a confronto. Ma ricordiamo anche che una volta colpiti nervi scoperti, fu destituito.

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Franco Picerni 23 Novembre 2016 - 5:04

Bellissima analisi. Acuta e pungente….

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Lucio 23 Novembre 2016 - 5:46

Ottimo articolo!

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Anonimo 23 Novembre 2016 - 7:34

Brillante e acuto come sempre Scianca.
Andre

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Emanuele 24 Novembre 2016 - 2:04

Articolo capolavoro, ma non mi stupisce: Scianca è un grande. La lettura è resa divertente dalla sua sottile ironia, ma la ciliegina sulla torta è il livore indispettito che suscita in alcuni commentatori. Quello che non capisco di queste piccole menti è perché non resistono alla tentazione di venire a leggere gli articoli di questa testata web, quando a me non è mai passata per la testa l’idea di perdere tempo a leggere articoli di giornali come, per esempio, Il Manifesto o La Repubblica. La speranza è che, dai oggi, dai domani, le piccole menti si aprano e, magari, comincino a comprendere ciò che leggono. Sono un inguaribile ingenuo.

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nemesi 24 Novembre 2016 - 2:25

ah ah ah…non “ciulare” con l’erasmus è come andare in gita di classe a Firenze per guardare davvero i quadri agli Uffizi (senza capirci nulla per inciso). Ma quanto sono bacchettoni e moralisti quelli “de sinistra”….è un pò come quando condannano i “turisti sessuali” – quelli che vanno in Brasile per “ciulare” – salvo presentarli di botto come fulgido esempio di virtù MORALI ed ANTIRAZZISTE…se poi la brasiliana conosciuta come clientii di go go bar se la sposano e la portano qui in Italia. (ah vale solo per le Brasiliane dalle pelle scura ovviamente).

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paulusXX 24 Novembre 2016 - 11:45

Per scardinare i miti ritenuti falsi si può tentare una vera analisi o contrapporre altri miti. Quest’articolo non fa nè l’uno nè l’altro, ma, opponendo a questi 10 fenomeni contemporanei (variegati per dimensione e importanza) alcuni luoghi comuni che ne trateggiano solo gli aspetti negativi, ottiene ovvi consensi “a pelle”. Come si fa a mettere sullo stesso piano l’Erasmus con la Globalizzazione? E’ un errore grande quanto quello di credere che la globalizzazzione porti solo vantaggi.

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Antonio 24 Novembre 2016 - 7:34

Ma certo, per dire che un’intera generazione non vota tutta uguale (ma dai) diciamo che sono tutti sdraiati (citando Serra!) e che la pratica più comune è ammazzarsi di shottini.
La cosa che apprezzo di più è che almeno la pubblicità cominciate a farvela fare dai camerati, finalmente potete guardarvi l’ombelico anche voi. Mi raccomando, a ogni ordine un manganello omaggio col tricolore! 😉

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Emanuele 28 Novembre 2016 - 3:42

Non ci facciamo fare la pubblicità dai camerati, siamo noi i camerati. Se non l’hai ancora capito puoi continuare a leggere gli articoli di questo sito, evidentemente vivi nel tuo mondo e non vedi a tutti gli angoli della città ragazzi giovani incollati al display dello smartphone a chattare ed ammazzarsi di shottini. Forse proprio perché sei uno di loro…

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No satan 25 Novembre 2016 - 10:59 Reply
Valentina Zolli 28 Novembre 2016 - 11:14

Prima di condividere stronzate meritati un Erasmus (occorre una media altissima), costruisciti un learnig agreement (occorrono mesi di consultazioni tra le due Università), trovati un alloggio, frequenta obbligatoriamente i corsi, studia, dai gli esami (se no devi restituire la borsa di studio) cercando di lavorare nei fine settimana per riuscire a pagare l’affitto!!!!!

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Emanuele 28 Novembre 2016 - 3:33

“L’idea dell’Erasmus non è una brutta cosa di per sé. E anche se la sua realizzazione concreta ha che fare più che altro con sbronze adolescenziali a base di cocktail annacquati…” Cara Valentina, Scianca ha detto questo, non ha lanciato un’invettiva a tutti gli studenti meritevoli del progetto Erasmus. Ha semplicemente affermato un’innegabile verità: che nella maggior parte dei casi i partecipanti al progetto colgono l’occasione per darsi alla pazza gioia lontani da casa. Ora, fermo restando che, secondo me, chi si slimona tre tedesche e due canadesi fa bene, non sarà il caso di divinare questi ragazzi a rappresentanti incontestabili del futuro generazionale europeo. Tu hai raggiunto i risultati scolastici che hai citato? Bravissima, ma ricordati che anche tutti coloro che non lo hanno fatto non contano meno di te nella società:..”Basta solo non farne la pietra angolare spirituale, etica e politica della nuova Europa. O credere che un milione di europei (tanti l’anno scorso sono andati in Erasmus) incarnino il destino e le speranze degli altri 600 milioni.”
Questo è ciò che intendo quando dico che bisognerebbe comprendere ciò che si legge.

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Valentina Zolli 28 Novembre 2016 - 3:42

Comprendo benissimo quello che ha scritto: disgustoso

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Emanuele 28 Novembre 2016 - 7:59

No, non hai capito un cazzo, ma non importa. Inutile portare avanti questa discussione.

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Anonimo 28 Novembre 2016 - 10:57

Aggiunta importante:

“L’estrema destra”
Un termine coniato dai giornalisti di sinistra, usato sempre piu frequentemente (specialmente nell’anglosfera e nei Paesi con regimi di censura tipo Svezia e Germania).
In sostanza, chiunque creda nel principio fondamentale di tutte le democrazie Europee il quale dice che una nazione (gruppo che condivide lingua, etnia *gasp*, tradizioni e cultura) è sovrana su un territorio e ne controlla lo stato, che non vuole 18 trilioni di immigrati per metrocubo e non spara arcobaleni vedendo uomini che si inchiappettano a vicenda, e magari osa mettere in discussione l’aborto al nono mese.

Chi vive nella bolla di informazione della sinistra crede sinceramente che chiunque non voglia trasformare il proprio Stato in un minestrone di 70 etnie diverse in perenne conflitto, col 30% di disoccupazione e controllato da qualche banchiere internazionale sia una sorta di essere primitivo con la terza media che vuole uccidere chiunque abbia un minimo di abbronzatura.

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Valentina Zolli 30 Novembre 2016 - 8:56

Certo certo Emanuele i maschietti fascistelli in difficoltà virano subito al turpiloquio. A mai più rileggerti.

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Emanuele 4 Dicembre 2016 - 6:50

L’unica dofficoltà sta nel cercare di spiegare un concetto ad una persona ottusa e saputella come te. Torna pure a leggere Repubblica, addio.

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Valentina Zolli 4 Dicembre 2016 - 10:06

certo certo, Emanuele, tu mi conosci e mi giudichi, ma ovvio!!! Per fortuna i miei insegnanti sia in Italia che in Francia non la pensano come te!! Hhahaahh!!! Ora puoi anche avere l’ultima battuta. (A proposito, ma tu che invece sei ACUTO e NON saputello l’hai mai meritato l’Erasmus? 🙂

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Duccio Pierpaoli 1 Dicembre 2016 - 7:22

Scianca è pieno di se come tutti quelli di CPI. L’avete mai visto? Sembra un bullo, come tutti quelli che si fanno forza del branco e credono che la verità sia solo un loro provilegio e gli altri siano tutti coglioni. Però l’articolo è interessante e ben scritto e bisogna dargliene merito.

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Emanuele 4 Dicembre 2016 - 6:55

Non so di cosa stai parlando, io Scianca l’ho conosciuto e mi è sembrato una persona normalissima. Se poi vogliamo per forza attribuire sciocchi preconcetti a tutti quelli che non la pensano come noi, accomodati pure. Per fortuna l’Italia è pervasa da pacati perbenisti, infatti si vedono i risultati.

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Emanuele 6 Dicembre 2016 - 12:19

A Valentì!! Fortuna che non dovevi più rileggermi! Se non fossi così presuntuosa potresti anche essermi simpatica. Non te la devi pigliare se ti rispondo a tono sui tuoi commenti, privi di argomentazioni e pieni di boria:”…Disgustoso…I miei insegnanti sia in Italia che in Francia….” Che ti hanno insegnato in Francia? A metterti su un piedistallo e guardare la plebe ignorante dall’alto della tua presunta cultura? Non me ne stupirei, data la mentalità tipica francese. Non ti rispondo per avere l’ultima, ma solo per farti notare che sei stata la prima ad entrare in questo sito a sparare giudizi a caso, pertanto non ti risponderò più, non è questa la sede giusta per le scermaglie personali. E’ evidente che all’Erasmus non insegnano l’umiltà. Potrei essermi meritato un Erasmus? Chissà… Secondo te? Ah, un’ultima cosa, l’Italia è piena di laureati incapaci, con un paio di questo devo, purtroppo, avere a che fare quotidianamente nel mio lavoro. Distinti saluti

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