Viterbo, 22 nov – Un tentativo di rivolta è avvenuto venerdì 18 novembre nel carcere Mammagialla di Viterbo. Come riportato dai sindacati di polizia penitenziaria, a guidarla sarebbero stati due detenuti monitorati come integralisti islamici. Si legge nel comunicato: “Nel primo pomeriggio di venerdì 18 novembre all’interno della casa circondariale di Viterbo, si è verificato un incendio doloso appiccato da un detenuto monitorato come integralista islamico, che dopo aver danneggiato i suppellettili della propria stanza detentiva ed essersi barricato, ha dato alle fiamme il proprio materasso. Immediatamente si propagava all’interno del reparto detentivo una densa coltre di fumo tossico che invadeva anche i corridoi adiacenti. Prontamente diverse unità di polizia penitenziaria si portavano sul posto soccorrendo i colleghi in difficoltà ed evacuando i detenuti presenti nonostante la quasi totale assenza di visibilità e respirazione. Durante le operazioni di evacuazione un altro detenuto integralista islamico cercava di incitare alla rivolta gli altri ristretti e tentava di aggredire i poliziotti che stavano cercando di spegnere le fiamme. Tutti i detenuti sono stati portati in salvo e nessun detenuto è rimasto intossicato gravemente. Il bilancio per la polizia penitenziaria è stato ben peggiore con 7 unità inviate al locale pronto soccorso di Belcolle, di cui due sono stati ricoverati per più di 24 ore per intossicazione da fumo, gli altri 5 dimessi con prognosi di 3-4 giorni”.
Un avvenimento preoccupante, inserito in un contesto di cui si parla da mesi, ossia quello della radicalizzazione alla jihad dei detenuti nelle nostre carceri ed in quelle europee. Vale la pena ricordare infatti come molti degli attentatori jihadisti in Belgio ed in Francia, entrati nelle carceri per reati comuni, abbiano costruito proprio lì il loro percorso di radicalizzazione, uscendone con una laurea in terrorismo. Fenomeno, questo, da non sottovalutare neanche in Italia e da cui anche lo stesso Alfano ed il ministero della Giustizia ci hanno messo in guardia.
Singolare invece il comportamento della stampa nostrana, la quale non ha dato alcun risalto all’episodio, riportato solo in cronaca locale, così come per quello di una rivolta avvenuta in un centro d’accoglienza del Verbano Cusio Ossola sempre nello stesso giorno, questa volta ad opera dei richiedenti asilo, con sette agenti feriti e quattro arresti. Di episodi come quest’ultimo purtroppo se ne verificano molti, quasi ogni settimana: danneggiamenti di suppellettili e di immobili, aggressioni ad operatori ed a mediatori culturali, rivolte in strada da parte dei richiedenti asilo ospitati a nostre spese nelle strutture d’accoglienza. Ma per la stampa mainstream, nulla di tutto questo sta accadendo.
Ruggero Vero
1 commento
Negli anni 80 tutto questo era impensabile perché allora si facevano figli e l immigrazione era sotto controllo per ovvi motivi demografici . Il 68 pian piano ha prodotto i suoi frutti , ovvero quelli degli altri .