Damasco, 17 nov. – Durante un’intervista concessa alla televisione portoghese RTP, il presidente siriano Bashar al-Assad chiarisce il suo punto di vista sugli sviluppi del conflitto siriano, entrato ormai nel sesto anno, la recente elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, sul nuovo segretario dell’Onu, Guterres, sulla crisi umanitaria ad Aleppo e sulle interferenze turche in territorio siriano. Il presidente siriano ha affrontato il tema della indipendenza nelle scelte del futuro della Siria nonostante l’alleanza con la Russia di Putin, sottolineando che anche l’impegno dell’Iran e di Hezbollah sono importanti quanto quello russo nella lotta contro il terrorismo.
Riguardo allo stato attuale del conflitto Assad risponde a chi chiede se la Siria in questo momento sta vincendo il conflitto “Possiamo solo dire che vinceremo la guerra solo quando ristabiliremo la stabilità in Siria. Non possiamo parlare di vittoria fino a quando avremo morti e distruzione ogni giorno. Questo non significa che stiamo perdendo la guerra. L’esercito siriano sta operando bene, tutti i giorni, contro i terroristi E’ chiaro che questi ancora hanno l’appoggio di Turchia, Qatar, Arabia Saudita e alcuni paesi occidentali come gli Stati Uniti. Ma l’unica opzione che abbiamo è vincere. Se non vinceremo noi ma i terroristi, la Siria finirà di esistere”. Proprio sul ruolo della Turchia dopo gli sconfinamenti in territorio siriano e le dichiarazioni del presidente Erdogan che gli interessi turchi sono al di là della frontiera naturale, riferendosi ad Aleppo, Assad non usa mezzi termini “Si parla di un uomo malato, Lui è un Presidente megalomane, non è stabile. Vive nell’era ottomana, non nel tempo presente…E’ nostro diritto difendere il nostro paese contro qualsiasi tipo di invasione. Ma siamo realisti, tutti i terroristi che sono venuti in Siria l’hanno fatto attraverso la Turchia con l’appoggio di Erdogan. Pertanto, combattere questi terroristi è come lottare contro l’esercito di Erdogan, e non con l’esercito turco”.
Sul cambio della carica di segretario generale dell’Onu dal sudcoreano Ban Ki-Moon al portoghese Guterres, Assad si augura che “sia obiettivo nelle sue dichiarazioni…e che non trasformi il suo incarico in una specie di filiale del Dipartimento di stato nordamericano”. Il presidente siriano si dice disponibile a cooperare con il nuovo segretario, visto il suo approccio umanitario rispetto alla situazione critica ad Aleppo, purché “Quando si parli di approccio umanitario non implichi appena un aiuto alle persone tramite alimenti e garantendo i beni di prima necessità…Non si può parlare di aiuto umanitario proteggendo allo stesso tempo i terroristi”.
A proposito dell’elezione del neo-presidente Donald Trump, il presidente siriano è cauto riguardo un possibile cambiamento della politica americana nel conflitto siriano e in Medio Oriente“Non abbiamo grandi aspettative perché l’amministrazione americana non si restringe al Presidente, ci sono differenti poteri dentro questa amministrazione, differenti “lobbies” che vanno a influenzare qualsiasi Presidente. Per questo dobbiamo aspettare per vedere cosa farà quando assumerà la sua nuova missione, diciamo così, o la sua posizione di Presidente dentro questa amministrazione, entro due mesi”. Sulle possibilità di una collaborazione nella lotta contro il terrorismo e in particolar modo contro l’Isis a seguito delle dichiarazioni di Donald Trump, Assad attende i fatti visto che sono molti i fattori che potrebbero fermare queste intenzioni “Manterrà le promesse? Proseguirà in questa direzione? E le forze contrarie dentro l’amministrazione e i mezzi di comunicazione mainstream che sono contro di lui? Come affronterà questo? E’ per questa ragione che per noi rimane il dubbio se lui manterrà o meno le sue promesse. E’ per questo che siamo prudenti nella sua valutazione specialmente perché fino ad oggi non ha mai avuto un incarico politico…Se ”se” lui combatte i terroristi é chiaro che saremo un alleato naturale, insieme ai russi, gli iraniani e molti altri paesi che vogliono sconfiggere i terroristi”. Sul punto delle difficoltà che potrà affrontare Trump nel mantenimento delle promesse fatte negli ultimi giorni ,dovuto soprattutto anche al ruolo svolto da chi farà parte della sua amministrazione. Assad a questo proposito risponde alle dichiarazioni del vice-presidente, Mike Pence su un possibile intervento militare statunitense contro l’esercito siriano in caso di peggioramento della crisi umanitaria ad Aleppo “E’ contro il diritto internazionale e questo è il problema della posizione americana. Pensano di essere i poliziotti del mondo. Pensano di essere i giudici del mondo. Non lo sono. Sono solo un paese sovrano, un paese indipendente, ma questo è il limite. Per questo che noi diciamo di non avere molta speranza nel cambiamento della loro amministrazione”.
Guido Bruno