Milano, 14 nov – Prima gli spari, poi due coltellate che hanno lacerato il corpo della vittima per ben trenta centimetri sulla spalla sinistra e su tutto il fianco ed infine la fuga verso via Padova. Secondo i primi racconti, si tratterebbe di due sudamericani, così come la vittima, colpita in mezzo a diverse persone in piazzale Loreto, pieno centro di Milano, nel tardo pomeriggio dell’altro ieri. Un dominicano di 37 anni, Antonio Raffaele Ramirez, immigrato irregolare, è rimasto a terra ed è ora in fin di vita. A raccontare la scena è un testimone che ha assistito all’episodio a pochi metri di distanza e ha raccontato degli spari tra i passanti, delle coltellate per infierire sul corpo e della fuga a piedi.
La causa occasionale pare sia stata una lite avvenuta il giorno prima tra la vittima e i due uomini in un locale. Il giorno seguente l’agguato, che ha provocato un arresto cardiaco, la necessità di una trasfusione ed infine l’asportazione del rene e parzialmente del colon. Le condizioni del ragazzo sono quindi molto difficili. Tutto pare sia iniziato presso una parrucchieria cinese della zona, è da qui che sarebbe iniziato l’inseguimento del dominicano da parte dei due aggressori culminata nei pressi di una banca e della fermata della metropolitana Loreto con gli spari e le coltellate.
L’episodio, al di là della cronaca, riporta allo scoperto la difficile situazione di una zona in cui lo stato sembra aver abdicato. Tunnel tra gli appartamenti per lo spaccio di droga, prostituzione, “travestiti, in stato alterato e seminudi, sfilano per via Padova e si avventurano nel parco Trotter, gioiello del quartiere, esempio di multiculturalità, affollato di bimbi” (come raccontava Andrea Galli un anno fa in un reportage sul Corriere), esercizi commerciali sempre più nelle mani di sudamericani e cinesi ed i sopravvissuti italiani di un quartiere che vivono tra degrado e paura. Neanche a dirlo, stranieri anche i protagonisti dei tragici fatti di ieri, almeno uno dei quali è irregolare in Italia.
Emmanuel Raffaele