“Se vince Trump mi trasferisco su Giove”: tutti i vip Usa con la valigia pronta

Roma, 7 nov – “Se vince Trump me ne vado”: sono sempre più i vip americani, quasi tutti inevitabilmente schierati a sinistra, a dichiarare insostenibile la possibilità stessa di vivere in una nazione governata dall’arrembante tycoon. C’è chi vuole andare in Canada, chi in Sudafrica, chi… su Giove. “Fanculo questa merda, se sarà eletto presidente io traslocherò”, ha tuonato con la consueta classe Miley Cyrus. Forse la cantante ha studiato galateo da Samuel L. Jackson, che ha dichiarato: “Se quest’immondizia diventasse presidente, io porterò le mie chiappe nere in Sudafrica”. Più drastica la cantante Cher, che ha sentenziato: “Se dovesse essere eletto io mi installerò su Giove”. Si tiene aperte diverse opzioni Barbra Streisand, che a un giornale australiano ha dichiarato: “Non ha argomenti. Non posso credere che vinca. Nel caso, verrei in Australia, se voi mi accetterete, o in Canada”. Anche Whoopi Goldberg ha le valigie pronte: “Vedete, forse per me è tempo di traslocare. Io me lo posso permettere”.

Ha scritto di mostri, vampiri e licantropi, ma Trump sembra troppo persino per Stephen King. In un’intervista al Washington Post, lo scrittore si è detto “spaventato a morte, al punto che ho effettivamente pensato di trasferirmi in Canada, che è vicina al Maine”, Stato in cui King vive e ha ambientato la gran parte dei suoi romanzi. Anche Bryan Cranston, il Walter White di Breaking Bad, non riesce a capacitarsi di una possibile vittoria di Trump: “Traslocherò definitivamente. Per me è impossibile una cosa del genere. Prego Dio che non succeda”. Rosie O’Donnell, dal canto suo, non si pone il problema e così apostrofa su Twitter i fan del candidato repubblicano: “Ascoltate, trampisti persi: io non lascerò mai gli Stati Uniti perché lui non sarà mai eletto presidente. È un imbecille”. Resta da capire quale sia il grado di coscienza democratica di personalità pronte a emigrare pur di non vivere in uno Stato governato da un presidente di un colore politico diverso dal loro.

Roberto Derta