Roma, 7 nov – L’ultimo orrore sulle rotte del business dell’accoglienza vede due bambini, di sei e nove anni, trovati su un gommone a vegliare la madre morta durante la traversata. È successo con l’ultimo arrivo di 300 immigrati arrivati ieri a Pozzallo. È solo l’ultimo sacrificio umano sull’altare della società multietnica. Nell’anno in corso, le stragi in mare hanno quasi toccato la sconvolgente cifra simbolica delle 4000 vittime. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni fa infatti sapere che alla data del 30 ottobre 2016 gli immigrati morti nel tragitto verso l’Europa sono 3940. Mancano due mesi alla fine dell’anno, eppure abbiamo già superato il totale di tutto il 2015, che era di 3700 decessi. Il che fa 7640 morti in poco meno di due anni. L’Oim riferisce inoltre che 333.384 immigrati e rifugiati sono entrati in Europa via mare nel 2016, arrivando soprattutto in Grecia e in Italia. Di questi, 169.706 persone sono arrivate in Grecia e 158.205 in Italia.
Il dato delle quasi 4000 morti in mare era già stato segnalato dall’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), che qualche giorno fa aveva evidenziato il triste record del 2016, peraltro nel frattempo già salito ulteriormente. “Dall’inizio del 2016, una persona ogni 88 che hanno tentato la traversata ha perso la vita, un dato in netta crescita rispetto all’1 ogni 269 dello scorso anno. Nel Mediterraneo Centrale questo dato è addirittura più alto, con una morte ogni 47 arrivi”, scrive l’agenzia Onu.
A cosa si deve tale incremento vertiginoso della mortalità nel Mediterraneo? Scrive l’Unhcr: “Le cause di tale incremento sono molteplici: circa la metà di coloro che attraversano il Mediterraneo sono diretti in Italia e si imbarcano dal Nord Africa, una rotta notoriamente più pericolosa. I trafficanti stanno inoltre utilizzando imbarcazioni di qualità sempre più scarsa, tra cui fragili gommoni che spesso non resistono all’intera durata del viaggio. La causa di diversi incidenti sembra essere il maltempo, ma anche le tattiche dei trafficanti stanno cambiando: in molti casi si sono verificate partenze di massa di migliaia di persone in contemporanea. Questo può essere dovuto al fatto che il traffico di esseri umani si sta orientando verso nuove modalità o la percezione che i rischi legati alla traversata siano minori che in passato, il che rende il lavoro dei soccorritori più arduo”. Tutto giusto, anche se manca un passaggio: quello in cui si spiega come le ong “umanitarie” e la stessa Unchr siano complici di queste stragi.
Adriano Scianca
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Quattromila? Pochi.