Londra, 7 lug – “Gli Usa e la Gran Bretagna minarono l’autorità dell’Onu, l’azione militare contro Saddam Hussein non era l’ultima opzione”. A dirlo è sir John Chilcot che ha presentato il rapporto sulla partecipazione britannica alla guerra contro l’Iraq al tempo di Tony Blair primo ministro. Nel documento si legge inoltre che il conflitto è stato scatenato basandosi su “dati di intelligence imperfetti” e condotto con una “progettazione inadeguata”.
Per giustificare l’azione militare Blair presentò all’opinione pubblica “prove” per dimostrare che Saddam Hussein deteneva armi di distruzione di massa. Nel rapporto presentato oggi da Chilcot si parla invece di “una certezza che non era giustificata” e quanto ritenuto da Blair sufficiente per una base legale atta a sostenere la guerra contro l’Iraq era in realtà “lungi dall’essere soddisfacente”.
L’ex premier britannico ha replicato di aver preso la decisione di muovere guerra contro Saddam al fianco degli Usa in totale “buona fede”, ritenendo di fare “il miglior interesse per il Paese”. Blair ha poi detto di assumersi tutte le responsabilità per l’accaduto. Il rapporto brittannico arriva pochi giorni dopo le dichiarazioni di Donald Trump, riportate anche su questo giornale, attraverso le quali il candidato repubblicano ha espresso una indiretta accusa ai precedenti governi statunitensi per aver scatenato una guerra contro un “dittatore che però uccideva sul serio i terroristi”, rivelandosi poi incapaci di gestire il caos generatosi in Iraq in seguito al conflitto. Una guerra che causò decine di migliaia di morti e che appare sempre di più come una delle cause dell’instabilità e dei conflitti tuttora in corso in Medio Oriente.
Eugenio Palazzini
2 comments
Nessun errore, strategia premeditata per creare instabilità, come le primavere arabe e la Libia.
… dimenticavo la Siria…. dove la civiltà si sta difendendo dalle canaglie e gli occidentali ovviamente sono dalla parte delle canaglie….