Roma, 1 lug – L’aria è bollente in Via Ramazzini (Monteverde) e non è solo colpa del caldo cocente. La Questura di Roma ha adibito la sede locale della Croce Rossa Italiana a centro di smistamento per immigrati, ciò vuol dire che coloro che vi transitano dovrebbero rimanerci solo per 48 ore per poi essere smistati in centri d’accoglienza del Comune di Roma. Ma, chiaramente, non si sa né in quali strutture dovrebbero essere ospitati né quando. La CRI ha adibito una vera e propria tendopoli i cui capannoni non fanno altro che aumentare ancor di più la temperatura che rende il posto assolutamente invivibile. I cittadini del quartiere hanno interpretato l’arrivo degli immigrati come un’imposizione voluta dall’alto (tra l’altro di fronte l’ex ospedale Forlanini, chiuso circa un anno fa per l’inettitudine delle amministrazioni locali) in uno spazio che potrebbe di certo essere adibito per implementare i servizi sociali per i residenti.
Proprio i cittadini, insieme ad alcuni militanti di CasaPound Italia, hanno fatto un sopralluogo mercoledì scorso. “Sono tornato stamattina a Via Ramazzini per entrare nella struttura -commenta Alessandro Calvo, referente locale di CasaPound e candidato alle ultime elezioni amministrative- Gli immigrati presenti sono circa 80 tra cui 6 donne somale ed un bambino. Gli uomini mi sono sembrati tutti giovani e in gran forma fisica. Ho parlato con alcuni di loro e mi hanno detto che vengono tutti dall’Africa: Gambia, Ghana, Camerun e Nigeria principalmente. Cercano l’ombra dietro le tende nell’unica zona del campo non al sole. Dentro le tende faranno 45 gradi, almeno. Monteranno i condizionatori, ma, ma gli uomini della CRI mi hanno spiegato che non essendoci ombra i motori non ce la faranno a raffreddare e getteranno aria calda. Per questo motivo stanno allestendo un’altra tendopoli in una zona con più ombra. Ma in discesa. Questa non è accoglienza, questo è solo business e come referente di CasaPound mi impegnerò affinché la situazione venga chiarita perché i cittadini non ne possono più di vedere le proprie tasse sperperate in questo modo e i propri spazi usurpati. Lunedì ritornerò con alcuni militanti”. Sembra proprio un film già visto: la CRI (organizzazione pubblica) che gestisce un improvvisato centro d’accoglienza invivibile per 36 euro al girono cada-immigrato; nessun profugo di guerra; pochissime donne e bambini, cittadini esasperati e militanti di CasaPound schierati al loro fianco.
La cose che sorprendono, in realtà, sono due: l’incredibile (ma in realtà scontato) silenzio dei media (nemmeno quelli locali) sulla vicenda e l’assenza della voce dell’amministrazione comunale. Forse il sindaco Virginia Raggi era impegnata a twittare qualche frase ad effetto per aumentare l’engagement sui social, mentre i cittadini sono esasperati…
Aurelio Pagani