Roma, 7 giu – È davvero uno spettacolo avvilente vedere il duo Meloni-Salvini cantare vittoria per il risultato di Roma e pretendere che ora “il centrodestra rinasca su nuove basi”, dato che il risultato capitolino della leader di Fdi è stato molto superiore a quello di Marchini, portato da Berlusconi. È avvilente perché non ci credono neanche loro. Vediamo perché:
1) A Roma la Meloni ottiene un risultato rispettabile, ma che politicamente si traduce in un bel po’ di pacche sulle spalle. A Milano, invece, Parisi arriva a ridosso di Sala ed è in piena corsa, con una coalizione che vede la Lega insieme all’odiato (a parole) Alfano e con un candidato che è quanto di più lontano dal salvinismo si possa pensare, come stile e come programmi. Ovvio che questo dato venga rivenduto da Berlusconi con questa chiave: “Il progetto lepenista non vince, il centrodestra moderato sì”. Ovviamente non è così, primo perché il rifiuto del modello “moderato” dovrebbe essere una scelta valoriale (sarebbe come dire a Mario Adinolfi “il cattolicesimo non tira, fonda un movimento abortista”); secondo, perché il progetto “lepenista” non è mai partito e non si può quindi valutare il suo risultato. Ma sono obiezioni che resteranno sulla carta, nella pratica l’unione dei moderati verrà rilanciata alla grande senza che si abbiano ragionamenti sensati da opporre.
2) Quand’anche si volesse portare il risultato della Meloni come un successo e un modello per il futuro, si tratterebbe per l’appunto di un successo… della Meloni. Se Salvini voleva approfittarne per lanciare la sua candidatura a leader ha fatto male i conti. Proprio la mancanza di chiarezza su questo punto si è rivelata logorante. Non solo Berlusconi, ma in fondo neanche la Meloni ha mai tanto digerito l’idea di un Salvini leader. Ora la leader di Fdi avrà qualche argomento in più da far valere, senza peraltro avere i numeri essa stessa per essere in grado di fare sintesi. E fra i due litiganti chi l’avrà vinta? Ovvio, il caro vecchio papà Silvio.
3) A Roma Noi con Salvini ottiene solo il 2,71%: è la fotografia di un progetto – quello della Lega “nazionale” – tante volte annunciato e invece mai nato. Noi con Salvini non c’è, non esiste, è una scatola vuota. Nessuno, nella Lega, ci ha mai creduto. E infatti la sigla funziona al massimo per l’effetto di ritorno delle comparsate tv di Salvini. Ma finché Matteo resta un leader regionale, ancorato alle fisime della vecchia Lega, non sarà mai altro che un Bossi in felpa, lasciato a sbraitare all’ombra di Berlusconi.
4) Non solo Salvini stecca a Roma, ma nella sua Milano resta dietro Mariastella Gelmini in quanto a preferenze e con il Carroccio prende quasi la metà dei voti di Forza Italia: 11,7% contro il 20,2 degli azzurri. Le quotazioni leghiste nella coalizione moderata, quindi, scendono vistosamente. Ovvio: il fenomeno di rottura paga, la solita Lega di sempre (peraltro silenziata per non indispettire Parisi, che su ogni argomento la vede al contrario di Salvini) non tira più.
Adriano Scianca
7 comments
Sarei molto più cauto nella valutazione del dato politico emerso all’indomani delle amministrative. Anzitutto c’è da considerare il fatto che Forza Italia nel nord del paese non è quella inciucista e arraffona del centro-sud e che il tandem Gelmini-Toti rappresenta l’ala del partito più vicina alle posizioni Salviniane (le quali, pur essendo nebulose, hanno sicuramente un connotato più radicale rispetto al “partito dei moderati” di Berlusconiana fattura). Di conseguenza sarebbe da porre in rilievo il fatto che Silvio cerca di cavalcare l’onda del risultato milanese senza tenere conto del fatto che proprio a Milano vince per via di una linea politica che non è la sua.
In ultimo, la tenuta a Roma del tandem Salvini-Meloni apre comunque uno scenario nuovo: se, da un lato, la vecchia guardia del centro destra cerca di tenere in piedi in maniera più o meno celata il governo Renzi più per questioni pratiche (vedi il tentativo di salvare gli ultimi apparati compartecipati rimasti) che non per opportunismo, dall’altro le spinte in avanti della classe dirigente emergente sembrano farsi sempre più insistenti. Manca un endorsement serio e credibile, non tanto come centro dx ma come vero e proprio partito nazionale.
mah questa idea (salvini) di appogiare i5stalle atorino e roma non mi piace proprio a torino ho votato marco racca dopo il caos salvini e meloni ma questi ci credono in quello che fanno ho e solo show si e capaci di creare una coalizione o no
Meglio andarci cauti.
Come si evince dai risultati riportati di seguito, la Lega nel suo storico territorio di battaglia del centro-nord fa meglio di FI ovunque tranne che a Milano e Trieste, facendo addirittura meglio di FI in regioni del centro.
FI ottiene scarsi risultati anche al centro-sud, dove dovrebbe staccare di molto un movimento come Noi con Salvini, presente in questo territorio (ostile) da pochissimo tempo.
Quindi penso che Salvini abbia tutto il diritto di rivendicare una posizione più forte rispetto a FI.
Per quanto riguarda il M5S, fa meglio di Lega e FI praticamente ovunque – con l’evidente eccezione di Milano, che in queste elezioni sembra fare un po’ storia a sé.
Risultati ufficiali Min. Int. primo turno nei capoluoghi italiani
Confronto Lega Nord vs. Forza Italia:
CENTRO-NORD
Torino:
Lega 5,78% > FI 4,64%
Novara:
Lega 17.93% > FI 7,18%
Milano:
Lega 11,77% FI 11,15%
Savona:
Lega 11,80% > FI –
Bologna:
Lega 10,25% > FI 6,26%
Ravenna:
Lega 14,83% > FI 4,98%
Rimini:
Lega 12,37% > FI 7,54%
Grosseto:
Lega 8,34% > FI 7.76%
Pordenone:
Lega 7,93% > FI 7,83%
Trieste:
Lega 9,79% FI+UI+AnC 7,60%
CENTRO-SUD
Latina:
Noi con Salvini 4,07% < FI 9,60%
Roma:
NCS 2,71% < FI 4,23%
Isernia:
NCS 2,02% < FI 8,04%
Benevento:
NCS – < FI 5,78%
Caserta:
NCS 1,93 < FI 4,35%
Napoli:
NCS – < FI 9,60%
Salerno:
NCS – < FI 4,60%
Brindisi:
NCS – FI –
Olbia:
NCS 0,90% < FI 17,7%
Trieste:
Lega 9,79% FI+UI+AnC 7,60%
Trieste:
Lega 9,79% FI 7,60%
Bolzano
Lega 8,96% FI 7,60%
glitch del sistema continua a mescolarmi trieste con bolzano! vabbé, pazienza…