Roma, 30 mag – Morire ad appena un mese, per una dolorosissima circoncisione casereccia, in uno squat: forse è questo quello che intendono per “integrazione”. Il fatto è accaduto a Torino: la chiamata per il 118 – intervenuto prontamente, ma senza che ci fosse nulla da fare – è partita dallo Spazio popolare Neruda, una ex scuola occupata dall’estrema sinistra e, come di consueto, riempita di extracomunitari.
Tra questi anche la famiglia ghanese che ha praticato in modo assolutamente artigianale e improprio la mutilazione genitale sul neonato di appena un mese. Il piccolo, dopo l’atroce sofferenza, ha accusato febbre alta. Trasportato d’urgenza all’ospedale Maria Vittoria di Torino, è deceduto dopo nemmeno un’ora dal ricovero a causa di un arresto cardiaco. “Avevano circonciso il figlio, poi l’avevano bendato con una garza e gli avevano somministrato una tachipirina”, ha raccontato un occupante dello spazio Neruda. Secondo le ricostruzioni, il piccolo è arrivato in ospedale già in arresto cardiaco. La struttura ha subito informato l’autorità giudiziaria. Sulla pagina facebook del collettivo si legge: “Ci stringiamo intorno al dolore della famiglia per la perdita del loro bimbo avvenuta questa mattina. L’unica cosa che chiediamo è la solidarietà e il cuore di tutti coloro che attraversano lo spazio popolare Neruda”. Le mutilazioni genitali maschili sono una piaga su cui, per qualche misterioso motivo, latitano campagne di sensibilizzazioni, ma che riguarda milioni di bambini, spesso, come in questo caso, sottoposti all’escissione del prepuzio in condizioni igieniche più che precarie e senza la minima tutela per il bambino.
Roberto Derta
1 commento
Che io sappia la circoncisione è una pratica islamica o ebraica .Effettuata alla meno peggio comporta dei rischi