Roma, 26 mag – Il 19 maggio scorso dalle pagine di Italia Oggi Cesare Maffei si è scagliato contro la futura istituzione del “fascicolo di fabbricato”, uno strumento per la prevenzione del rischio connesso alle criticità geologiche e non di cui dovranno dotarsi tutti gli edifici. Il Primato Nazionale ha intervistato Gian Vito Graziano, già Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, per poter far luce su questa importante futura normativa.
Dottor Graziano, cos’è molto semplicemente il “fascicolo di fabbricato”?
Preferisco paragonare il fascicolo di fabbricato a un libretto sanitario: è un report entro il quale c’è tutta la storia di un edificio. La storia pregressa comprensiva di tutte le autorizzazioni, progetti, varianti ma soprattutto lo stato in cui versa attualmente il fabbricato. Quindi il rapporto del fabbricato con i terreni e l’area circostante: è in una zona a rischio? Quale tipo di rischio? Ha una buona interazione con i terreni o meno? Sino ad andare alla struttura: ha una struttura in muratura o in cemento armato? E’ una struttura mista? E’ una struttura in legno? E’ importante anche per conoscere bene gli aspetti impiantistici, perché devo capire come e quando fare la manutenzione, è cronaca di queste ore la mancata manutenzione dei sottoservizi (la voragine apertasi sul lungo Arno a Firenze n.d.r.); senza tralasciare l’aspetto sanitario: posso avere fabbricati con copertura in eternit che devo dismettere. E’ giusto che chiunque abbia conoscenza dello stato del fabbricato. Chiunque significa non soltanto chi abita nel fabbricato e non soltanto chi deve comprare, ma serve anche ai vari organismi di controllo come Comuni, professionisti e uffici tecnici per poter capire le varie criticità che potrebbero svilupparsi nel fabbricato. L’unica cosa che il fascicolo di fabbricato non deve essere è una mera raccolta di documenti fine a sé stessa che resta in un cassetto. Ho sottolineato tante volte che se oggi compro una casa so in che classe energetica rientra ma non so nulla su quanto quella casa sia capace di resistere a un terremoto… mi sembra paradossale.
L’obiezione principale sollevata verso l’istituzione del fascicolo di fabbricato è quella del costo di un tale provvedimento, che sarebbe a carico degli inquilini o proprietari del fabbricato che dovrebbero rivolgersi ai vari esperti di settore, che commento ha da fare a riguardo?
Non c’è dubbio che se il fascicolo del fabbricato verrà esteso a tutti i fabbricati, e io auspico che si vada in questo senso, ci sarà anche una parte di finanziamento privato, quindi il condomino dovrà sobbarcarsi una parte dei costi, poi il problema è di dover stabilire delle regole in merito. Certo l’impegno del privato da questo punto di vista ci può essere, non lo metto in dubbio, ma stante la libertà del mercato, con prezzi anche competitivi, certe spese si possono affrontare e si devono affrontare perché il fascicolo è utile anche per l’inquilino. Ad esempio noi oggi abbiamo l’obbligo di fare la revisione dell’automobile nonostante magari le buone condizioni del mezzo, parimenti questo deve valere per i fabbricati. E’ chiaro che certi provvedimenti vanno contro l’economia del cittadino, però il rapporto costi/benefici è talmente a vantaggio dei benefici che dovrebbe essere un interesse di tutti. Cito un altro aspetto molto più importante e di interesse della comunità tutta: noi oggi non abbiamo ancora uno screening completo dello stato dei nostri edifici scolastici e nonostante questo non si ripercuota direttamente sulle tasche dei nostri cittadini si può solo immaginare quanto sia importante sapere in che condizioni versano.
Quindi se dovesse passare la legge il punto di partenza saranno gli edifici pubblici…
Sì, anche se alcune infrastrutture strategiche come ospedali e caserme hanno già una sorta di piano di intervento, perché si deve già ottemperare alle verifiche sismiche per legge. Lo stesso non vale per le scuole perché in alcune fattispecie, come per quelle private o affittate dalla Provincia o dal Comune, questo non avviene in quanto il finanziamento pubblico non arriva. Ma più che fare una distinzione tra pubblico e privato, che è comunque importante, occorre guardare a quando è stato costruito un edificio: una struttura costruita prima dell’entrata in vigore della “legge sismica” va attenzionata subito.
Quali sono le categorie professionali direttamente coinvolte da questa grossa opera di prevenzione che darà il fascicolo di fabbricato?
Sicuramente i geologi e gli ingegneri, impiantistici e strutturali, probabilmente gli architetti almeno per alcune fattispecie di costruzioni, ad esempio i palazzi storici, poi di volta in volta a seconda delle esigenze ci possono essere anche altre figure: alcuni fabbricati di nuova generazione richiedono ad esempio l’intervento di ingegneri ambientali o agronomi. Ma le figure principi saranno l’ingegnere, l’architetto e il geologo per l’interazione col terreno che ne avranno il maggior vantaggio ma soprattutto si faranno carico della maggiore responsabilità.
Ritiene che lo Stato debba essere il fautore principale per l’attuazione di questo progetto anche per gli edifici privati?
Credo di no, perché è già difficile che lo Stato intervenga negli episodi di calamità naturali, come è avvenuto nei casi di Messina o Genova dove i danni non sono stati interamente ripagati dallo Stato che ha coperto solo alcune infrastrutture e non il danno nella sua interezza. Va quindi responsabilizzato il privato rispetto ad alcuni versi… e troverei inoltre paradossale che lo Stato intervenga in quei casi in cui è avvenuto un abuso edilizio, poi sanato dal punto di vista penale e amministrativo, per farsi carico della redazione del fascicolo del fabbricato. Lo Stato deve sicuramente intervenire su tutti gli edifici pubblici facendo un piano a lunga scadenza.
Non c’è il rischio quindi che ci sia una speculazione dei privati? Non sarebbe meglio avere una parificazione a livello nazionale delle regole per stilare il fascicolo di fabbricato?
Sì su questo sono assolutamente d’accordo, quando ero presidente dell’Ordine regionale della Sicilia proponemmo, insieme al Cup (Comitato Unitario delle Professioni), all’amministrazione regionale che sembrava intenzionata a varare questa legge, di fare delle convenzioni con gli ordini professionali per fare una tariffa che non fosse quella che allora esisteva, la tariffa minima, che avrebbe gravato oltre misura sulle tasche dei cittadini. Si possono fare delle convenzioni quindi, è chiaro che poi il rischio di speculazioni c’è, ma questo vale in qualunque cosa si faccia: anche in una legge sui reati ambientali esiste questo rischio, dato da chi si incunea tra le pieghe per fare cassa. Visto e considerato che questo rischio c’è ed è noto penso che lo Stato debba intervenire facendo delle convenzioni o utilizzando gli organi preposti, come l’antitrust, per fare le cose con lo stesso standard da Bolzano a Palermo. Personalmente poi, da geologo professionista, non sarei così disposto a certificare che un edificio resista a un certo terremoto a cuor leggero soltanto perché mi danno dei soldi, perché se dovesse capitare qualcosa ne sarei il diretto responsabile a livello penale.
A che punto è l’iter legislativo di questa normativa?
Avendo lasciato da qualche mese la carica di Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi ho un po’ perso il polso della questione e tutto quello che so lo apprendo dai giornali; sembra che il tutto sia approdato alla Camera ed è in discussione quindi evidentemente la proposta di legge c’è. Poi il processo legislativo è abbastanza complesso però se la Camera dovesse approvarla è sicuramente un passo avanti.
A cura di Paolo Mauri