Philadelphia, 9 mag – La matematica? Per me è arabo. Una trita battuta che talvolta può costare caro… al matematico di turno. Guido Menzio è un 40enne di origini torinesi, professore associato di matematica economica all’università della Pennsylvania, ha insegnato anche a Princeton e ad Harvard, nel 2015 è stato insignito della medaglia Carlo Alberto qual miglior economista italiano under 40, ed è molto noto nell’ambiente accademico. Salito su un aereo a Philadelphia, si è messo subito a scrivere complesse equazioni differenziali sul retro di un menu, per preparare il proprio intervento a un convegno presso la Queen’s University dell’Ontario, in Canada. La vicina di posto, allarmata da quegli strani (per lei) ghirigori, che le sembravano arabo (la formula di una bomba? Appunti per un terrorista complice?), sentendo l’accento straniero e notando l’aspetto tutt’altro che nordico, si è allarmata e ha scritto un bigliettino per l’hostess. Da questo al trasferimento di Menzio nella stanza degli interrogatori presso la polizia aeroportuale e messo davanti al sospetto di essere un terrorista, è stato un attimo.
“Sarebbe bastato che avessero fatto una rapida ricerca su internet per capire che non ero un terrorista”, ha dichiarato il matematico, denunciando anche “un protocollo di sicurezza troppo rigido, basato sul contributo di persone che possono essere completamente incompetenti”. Un episodio, comunque, che si è concluso abbastanza in fretta e senza conseguenze, tanto che dopo due ore a Menzio è stato consentito di tornare a bordo e l’aereo è finalmente partito. Se da un aneddoto come questo si volesse estrarre un senso più generale, si potrebbe pensare che finalmente gli americani hanno raggiunto lo stato di schizofrenia e di attitudine alla delazione che nella Russia staliniana portava direttamente il malcapitato in Siberia (sempre che ci arrivasse in vita): schiavi e felici di esserlo.
Francesco Meneguzzo