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Conti pubblici in grave peggioramento. Verso la bancarotta?

by Giuseppe Maneggio
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renzi padoanRoma, 5 mag – In un comunicato stampa reso pubblico nella giornata di ieri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sintetizzato il fabbisogno dello Stato nel mese di aprile 2016: ovvero quanto lo Stato ha speso rispetto alle entrate. I dati sono in drastico peggioramento sia nel raffronto mese su mese che nel confronto con i primi quattro mesi del 2015.

All’interno del comunicato si rende noto come “nel mese di aprile si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 8.200 milioni, che si confronta con un fabbisogno di 6.182 milioni nel corrispondente mese del 2015. Il fabbisogno dei primi quattro mesi dell’anno si attesta sui 34.578 milioni con un aumento di circa 5.000 milioni rispetto al periodo gennaio-aprile del 2015.
Sul sito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato è disponibile il dato definitivo del saldo del settore statale del mese di marzo 2016“. In pratica lo Stato nel mese di aprile ha dovuto creare debito per oltre 2 miliardi di euro rispetto a quanto fatto ad aprile dello scorso anno.

Le tabelle pubblicate dal Ministero sono decisamente eloquenti e riguardano i dati consolidati fino a marzo 2016 (quelli di aprile sono preliminari).

conti pubbliciconti pubblici

Tra le cause che hanno spinto lo Stato a spendere di più vi sono i bonus per le nuove assunzioni e altre prebende elargite agli amici degli amici. Fino allo scorso anno i conti pubblici furono resi più accettabili grazie al gioco dello split payment sull’Iva, cioè si agì su quel meccanismo di liquidazione differenziata dell’imposta sul valore aggiunto che regola i rapporti tra le imprese e la Pubblica amministrazione. Quest’anno il gioco non è stato applicato e i risultati cominciano ad assumere i contorni del drammatico.

Lo Stato italiano necessita quindi di ulteriori 5 miliardi dopo soli quattro mesi. E da che parte potranno essere ricavati questi soldi? Se ve ne sono direttamente dalle casse del Tesoro, altrimenti – ipotesi più plausibile – creando altro debito pubblico che si andrà a sommare agli oltre 2.200 miliardi esistenti.

Renzi e Padoan continuano a prendere in giro gli italiani. Un governo che canta di vittorie e di risultati in campo economico con un quadro come quello sopra descritto o è composto da dementi o è affetto da sindrome bipolare.

Giuseppe Maneggio

 

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Cesare 6 Maggio 2016 - 11:56

Oggi le banche italiane e banca d’italia sono tutte private e controllate dai soliti e oramai ben identificati banchieri plutocrati stranieri. Nel 1992 i traditori della nazione le hanno svendute con la privatizzazioni delle ex banche pubbliche Banca Intesa e Credito Italiano, che a loro volta detenevano il 60% di Banca d’Italia. Oggi la BCE privata in cambio di carta prodotta a costo zero si prende la ricchezza pubblica e privata di interi paesi, Italia compresa.

La moneta deve essere prodotta dallo stato a costo zero senza indebitarsi con alcun privato; nel 1935 Mussolini, liberandosi dalla massoneria, fece le banche pubbliche e rese pubblica la Banca d’Italia.Cio’ non gli fu perdonato dagli banchieri stranieri che promossero nel 1936,tramite la società delle nazioni, le sanzioni all’ Italia con la scusa della guerra d’ etiopia e ci isolarono e provocarono la nostra entrata in guerra.Spesso durante le sanzioni fermavano le navi italiane in mare e sequestravano a volte tutto il carico, come i pirati.
C’è un Avvocato in Italia che giustamente sostiene che i politici che hanno svenduto il paese devono essere processati per alto tradimento, reato previsto dal codice penale con pene che vanno da 5 anni all’ergastolo.
Altra assurdità è che banca d’italia e la bce, ambedue private hanno il compito di controllare le altre banche, sempre private e controllate dagli stessi proprietari!! Cioè controllore e controllato sono la stessa persona e quindi non ci stupiamo che ogni giorno che passa il paese viene depredato sempre piu’

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Helly 2 Giugno 2016 - 7:53

….tanto la soluzione finale sarà sempre la solita: metteranno le mani nelle tasche degli italiani

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