Liverpool, 15 apr – Quattro minuti di recupero sul cronometro, Liverpool-Borussia Dortmund – quarti di finale di Europa League, sfida di ritorno – sono ancorate sul 3-3. La partita si sta avviando alla morte con i tedeschi, in virtù del pareggio per 1-1 nella gara d’andata, ad un passo dalla semifinale. Eppure l’Anfield Road teatro-stadio foriero di momenti indimenticabili, magia mista al calcio, è pronto ancora una volta a stravolgere il copione in volata.
Daniel Sturridge litiga con il pallone sul lato destro dell’area, addomestica la palla e serve un filtrante per James Milner che si allunga, sembra perdere il controllo della sfera, ma riesce a crossare al centro di destro. Siamo trenta secondi oltre i 90′ regolamentari, il capitano dei Reds è un fascio di nervi mentre scodella il pallone al centro con la Kop ammutolita a guardare. La traiettoria è buona, Dejan Lovren è appostato sul secondo palo e salta, si eleva dal suolo di pura potenza lasciando sul posto il diretto marcatore. Lo stacco è imperioso, l’impatto con la palla perfetto. La rete si gonfia. Gli scousers all’ultimo respiro vanno in vantaggio e conquistano il passaggio del turno, mentre Jurgen Klopp in panchina si guarda attorno attonito, spaesato, e si perde in un abbraccio con Roberto Firmino. Il popolo liverpudliano è in estasi ed accompagna l’esultanza del difensore croato eroe della serata, dall’altra parte dell’impianto gli ultras del Dortmund si mangiano le mani.
Una folle corse durata 90′, con i tedeschi che fino al 65′ conducevano per 3-1 mostrandosi cinici e pronti a colpire in ogni occasione. Poi Coutinho innesca la rimonta con una grande conclusione da fuori che si trasforma in pareggio dopo l’inzuccata di Sakho. La stampa inglese parla di Instanbul II, la verità è che il Liverpool ha un cuore matto, folle, capace di imprese impossibili ai più.
Durante la giornata, per le strade della città sulla riva del Mersey, è andata in scena una sorta di gemellaggio sulle note di You’ll Never Walk Alone, cantata per il budello della metropoli dai tifosi rossi e gialloneri all’unisono congiunti da un sottile filo che li unisce e che ha portato i teutonici a vestire con le sciarpe del Borussia le statue dei Beatles.
Il miracolo calcistico passa attraverso le parole di Divock Origi, punta dei britannici, che a fine partita davanti ai microfoni ha rilevato le parole di Klopp ai suoi durante l’intervallo. Il tecnico ha chiesto agli undici in campo di “fare qualcosa che avremmo potuto raccontare ai nostri nipoti”; detto fatto un’altra notte da re sotto la stella, ed il ricordo, dei 96 tifosi reds morti durante la tragedia di Hillsborough il 15 aprile di 27 anni fa, commemorati in un toccante ed assoluto minuto di silenzio ad inizio sfida.
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Lorenzo Cafarchio