Roma, 28 – Ancora sangue, per le strade dell’Afghanistan. In tutto sono stati almeno 25 i morti, causati da due distinti attentati. Il primo attacco è stato effettuato da un attentatore suicida a bordo di una motocicletta in un mercato di Asadabad, capoluogo della provincia orientale di Kunar; l’ultimo bilancio delle vittime è di 13 morti e almeno 40 feriti. Nel mirino un leader tribale, Khan Jan, che é rimasto ucciso. L’uomo era a capo di una rivolta locale contro i talebani, ha detto il capo della polizia provinciale, Abdul Habib Sayedkhaili.
L’altro è stato compiuto nei pressi del ministero della Difesa, nel centro di Kabul, ed è costato la vita a 12 persone; altre otto persone sono rimaste ferite. “Il kamikaze era a piedi e si è fatto saltare alla chiusura degli uffici”, ha precisato il portavoce del ministero, Dawlat Waziri. L’attentatore suicida ha preso di mira un veicolo delle forze di sicurezza afghane che è andato totalmente distrutto. In un messaggio via Twitter il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha rivendicato l’attentato.
I due attacchi rischiano di vanificare le iniziative per una ripresa del processo di pace, avviate all’inizio dell’anno dal governo di Kabul con il sostegno di Cina, Pakistan e Stati Uniti. I quattro Paesi hanno sollecitato una ripresa del dialogo diretto entro la prossima settimana. Un primo round di colloqui diretti si è tenuto la scorsa estate in Pakistan, ma il secondo è stato rinviato più volte dopo la morte del leader talebano Mullah Omar. Il suo successore, Mullah Akhtar Mansour, non gode del sostegno unanime dei miliziani, tanto che lo scorso dicembre un gruppo di loro si è staccato dall’organizzazione.
Giuliano Lebelli