Maranello (Mo), 18 feb – Può un marchio storico, espressione come pochi dell’Italia e del suo spirito imprenditoriale, combattivo, veloce e anche futurista, diventare oggetto di mire da parte di uno tra i più celebri speculatori della storia? E’ notizia di ieri che il magnate ungaro-statunitense George Soros è entrato nel capitale di Ferrari, acquistando per 40 milioni di dollari 850mila azioni del Cavallino, lo 0.5% del capitale. Non una percentuale rilievo, ma a valle dell’operazione – che ha messo le ali al titolo, ieri con un balzo del +10% a Piazza Affari – Soros risulta essere il quarto azionista della società.
Soros è noto alle cronache per rappresentare l’ideal-tipo, nell’immaginario comune, dello speculatore senza scrupoli. Si ricorderanno i suoi attacchi contro le economie di Gran Bretagna e Italia, che ad inizio anni novanta costrinsero le rispettive banche centrale a costose manovre difensive. Accanto all’attività finanziaria, Soros conduce anche un’attività parallela con la quale cerca in qualche modo di “ripulire” la propria immagine. E’ l’attività di filantropo a servizio della democrazia, tramite la fondazione “Open Society”, che ha generosamente aiutato l’insorgere delle rivoluzioni colorate nella cintura attorno alla Russia, nonché sostenuto i milioni di immigrati che stanno cercando di varcare le frontiere europee. Tutte attività che si son risolte le prime in recrudescenza dei conflitti post-sovietici, la seconda in una crisi umanitaria senza precedenti.
Un uomo capace di distruggere più che di creare. Anche se lui, abusando di Schumpeter, parlerà di “distruzione creatrice”. Un Gordon Gekko della situazione o, per restare in Italia e nella realtà, un De Benedetti con molti più miliardi a disposizione e respiro internazionale. Ecco chi è appena entrato in Ferrari, che ormai nel quadro Fiat – rectius: FCA – targato Marchionne è diventata un valore di Borsa e poco più.
Giuliano Lebelli
2 comments
Ripeto : meno male, che ha già 86 anni…
Aspetta di diventare senatore a vita
http://attraversololtre.blogspot.it/2012/02/george-soros-e-mario-monti.html