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Se la sostituzione di popolo si chiama “rinascita”: il caso Sutera

by Adriano Scianca
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sutera-rabatoRoma, 12 feb – “Il paese che doveva morire si apre al mondo nuovo e scopre di avere un futuro”, titola La Stampa. Nell’era degli eufemismi e del politicamente corretto, gli scopini diventano “operatori ecologici”, i ciechi “non vedenti” e l’invasione diventa “apertura al mondo”. Anzi, al “mondo nuovo”, con involontario ma significativo riferimento ad Huxley. La città che si sta “aprendo al mondo” è Sutera, comune siciliano della provincia di Caltanissetta che, negli ultimi decenni, aveva visto andar via il 70% della popolazione. Dei circa 5.000 abitanti presenti a Sutera nel 1970, oggi restano soltanto 1.500. Che fare, allora, se gli abitanti del paese non fanno figli o emigrano in cerca di fortuna? Politiche per i giovani? Politiche per le famiglie? Creare ricchezza in loco? Macché, è molto più facile sostituire il popolo. Persino il Time se n’è occupato (che volete di più, abbiamo pure la pacca sulla spalla degli americani, che del resto con lo stesso sistema fecero “aprire al mondo” anche i Pellerossa…): “Quest’anno la sua popolazione è salita di 200 unità dopo che il sindaco ha accettato di prendere alcuni tra le migliaia di migranti che hanno affrontato il pericoloso viaggio dall’Africa alla Sicilia”.

Geniale, come non pensarci prima: diventare una città africana! Questo sì che farà “rinascere” il paesino. “Siamo sempre stati una città ospitale”, racconta al settimanale il sindaco di Sutera, Giuseppe Grizzanti. E, con sprezzo del ridicolo, aggiunge: “Il nostro nome deriva dalla parola greca Soter che significa ‘salvezza’, perché, grazie alla nostra posizione geografica, Sutera rappresentava una roccaforte perfetta contro le invasioni. Duemila anni dopo, la nostra città ha riscoperto la sua vocazione all’ospitalità, dando riparo a queste famiglie in fuga dalle guerre”. Il fatto di aver trasformato una roccaforte contro le invasioni in un grimaldello per le stesse, quindi, diventa un improbabile titolo di merito. Così come il ricordo delle invasioni passate si trasforma in un invito a spalancare le porte nel presente (“Stanno nel centro storico. Nei quartieri antichi che portano nomi arabi, come Rabato e Rabatello”, scrive La Stampa). È la logica al contrario, il pensiero rovesciato. Ma il sindaco non sta più nella pelle: “Sutera stava scomparendo. Gli italiani, partiti per la Germania o l’Inghilterra, chiusero e lasciarono le loro case vuote. La mortalità è stata maggiore delle nascite. Ora, grazie ai rifugiati, abbiamo la possibilità di far rivivere la città”.

Far rivivere la città è un simpatico eufemismo per dire che, al modico prezzo dei 263mila euro che ogni anno il Comune riceve per “gestire l’accoglienza”, si sta attuando un gioioso, frizzante, coloratissimo cambio di popolazione. Ma le operatrici della cooperativa I girasoli sono raggianti: “Sono molto fortunata – dice Mariella Cirami alla Stampa – ogni giorno ci confrontiamo con il mondo. Ringrazio per questa opportunità e per quello che sta succedendo qui. I bambini di Sutera sono pochi, ma adesso giocano con i figli dei migranti. Il prossimo nascerà fra un mese”. Com’è fortunata Sutera. Finché esiste ancora…

Adriano Scianca

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6 comments

Anonimo 12 Febbraio 2016 - 11:50

Sostituzione democratica chiedi ad Israele se accetta un po’ di profughi e vedi che ti rispondono

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Suterese 13 Febbraio 2016 - 12:37

Ridicolo nel 2015 parlare di appartenenza di un luogo ad un popolo. Si può parlare forse di appartenenza di un popolo a un luogo, di radici..e questo gli abitanti di Sutera (in qualunque parte del mondo si trovino) non l’hanno mai perso, nemmeno col passare delle generazioni e lo trasmettono ogni giorno ai loro nuovi concittadini (che sono circa 30, non 200!). Tralasciando le inesattezze storiche e antropologiche e la superficialità con cui si tirano in ballo, complimenti per il copia incolla ricucito ad arte solo per essere la voce fuori dal coro. Sarebbe bello formarsi un’opinione vedendo la realtà e non leggiucchiando articoli qua e là. Purtroppo di Giornalisti ne sono rimasti veramente pochi.

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Paolo 13 Febbraio 2016 - 7:56

Se la pensate così… andate pure avanti per la vostra strada. E auguri.

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Mario 12 Ottobre 2016 - 3:33

Senti un po’ suterese! Ma quale patriottismo stai manifestando per la tua gente e il tuo posto? Dici che è ridicolo nel 2015 parlare di appartenenza di un luogo al popolo? Bene! Allora è anche ridicolo il fatto che il tuo conto corrente è tuo e non anche mio (mi sposteresti tutto il contenuto in denaro nel mio?).
E’ ridicolo che tua moglie stia solo con te.
Ridicolo che nel 2015 una casa deve essere solo tua e non anche mia che la richiedo (e mi tengo stretta la mia).
Avete svenduto il vostro paese per cosa?
Per balle spacciate per “apertura al mondo” e accoglienza?
Chiamatela ACCETTAZIONE IDIOTA delle invasioni. L’integrazione, mio caro suterese, è per piccoli numeri e con giudizio. E non per grandi numeri come sta avvenendo in Italia accettando non i profughi, ma la permanenza DEI CLANDESTINI per fare un piacere alle sanguisughe DELLE COOPERATIVE per i migranti!. Sai quanti sono pronti per venire in Italia nel prossimo mese? Circa tra ottocentomila e un milione. Sai quanti sarebbero disponibili a venire? Circa 250 milioni. Tutto questo da pagare con vitto e alloggio e vizi CON SOLDI tuoi e miei (quelli europei sono esborsi delle tasse italiane: ne molliamo venti all’Europa e ce ne restituiscono dodici di cui la maggior parte sono destinati ai migranti e non a creare infrastrutture, dare occasioni di lavoro agli italiani, garantire lo stato sociale, col risultato che hai ZERO servizi, disoccupazione e STRADE ROTTE!).
Che dici? CI STANNO 250 milioni di africani in Italia? Gli altri stati stanno mettendo le cortine accorgendosi dell’idiozia di questo tipo di accoglienza. solo i c.glioni italiani stanno ancora a dormire grazie ai sinistroidi e ai buonisti che presto ci perderanno anche loro IL SEDERE.
Non è meglio AIUTARLI A CASA LORO con un milionesimo delle risorse (sprecate) utilizzate ora? Non è meglio buttare fuori i clandestini in modo che i profughi che sono dal 2 al 5% vengano aiutati e accolti SENZA INVADERE i paesi? E soprattutto…non è MEGLIO dare occasione ai suteresi di poter lavorare a Sutera con politiche adeguate di occupazione invece di fargli fare le valigie??????

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Mario 12 Ottobre 2016 - 3:53

Suterese, non so se ricordi quando anni fa Berlusconi e la Lega (una delle pochissime cose buone che hanno fatto) hanno fatto un accordo con gheddafi e in cambio di denaro (pochissimo e una tantum rispetto al danno attuale) e tutti i clandestini sono stati deportati lì in Libia. Conseguenza? Niente più sbarchi e cooperative per i migranti alla fame e alla disperazione!
A Lampedusa vi erano focolai di protesta! Figuriamoci in altre parti dello Stivale e della Sicilia!
Il fatto è che i signori delle cooperative, oggi multimilionari e con Ferrari, quasi quasi dovevano cambiar lavoro e ridursi anche ad andare a zappare! (lavoro vero).
Alcuni ripiegarono a voler (finalmente) dedicarsi alla ragione sociale per cui avevano creato le onlus, ossia i disabili. Ma erano alla disperazione! Oggi le stesse persone hanno i conti correnti GRASSI e insaziabili non vedono l’ora che vengano anche i 250 milioni di africani in Italia. A loro non frega nulla se in Italia si creeranno conflitti, insurrezioni a causa dell’indiscriminata accoglienza becera. A loro non frega nulla della povertà degli italiani mentre i MIGRANTI vengono coccolati. A loro non frega nulla neanche del proprio futuro e di quello DEI PROPRI FIGLI costretti a vivere in un mondo distrutto come dopo L’INVASIONE DEI BARBARI dell’Impero d’occidente del 400 d.C. Insaziabili e con il cervello beota se ne fregano di quello che sarà sia degli italiani sia dei DEPORTATI migranti attratti (i clandestini) dal benessere, sia dei profughi che hanno rinunciato a difendere LA LORO PATRIA! Durante la seconda guerra mondiale tanti patrioti soli o con moglie e figli, RESTARONO e combatterono fino alla morte per la loro patria. Vorrei chiedere ai baldi giovani migranti cosa hanno fatto di bello per la loro PATRIA e il futuro dei loro figli (in patria) oltre a scappare!

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Paolo 13 Febbraio 2016 - 7:57

Il mio commento è in senso ironico, ovviamente.

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