Genova, 11 feb – Una “nonna mostro” faceva prostituire figlia e nipote per spendere i proventi alle slot machine. La storia arriva da Genova e riguarda una famiglia di rumeni. Una donna di 60 anni, ora arrestata, gestiva insieme a un figlio, a un’altra figlia e una cugina, un giro di prostituzione in cui erano coinvolte 10 donne che si vendevano in strada a Sampierdarena. La gang a “conduzione familiare” reclutava e poi induceva alla prostituzione giovani connazionali, approfittando delle precarie condizioni economiche delle ragazze e della loro lontananza dalle loro famiglie.
L’indagine è partita un anno fa dalla denuncia della terza figlia della 60enne, mamma della ragazza appena maggiorenne obbligata a prostituirsi. L’inchiesta è stata condotta, anche con intercettazioni, dalla Squadra mobile. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al reclutamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Per fare guadagnare più soldi alle prostitute, la donna obbligava le ragazze ad assecondare i clienti su ogni richiesta e ad avere rapporti sessuali non protetti. Ma il catalogo degli orrori non finisce qui: la banda ha fatto “lavorare” su strada anche una ragazza al settimo mese di gravidanza. Parte dei guadagni venivano inviati in Romania mentre altri erano investiti in gioielli. La donna a capo dell’organizzazione, come detto, era solita spendere una grande parte dei ricavi di questo giro sordido nelle slot machine.
Roberto Derta