Damasco, 9 feb – Un’autobomba è esplosa oggi nel mercato ortofrutticolo di Masaken Barzeh a Damasco. L’attentato, che è stato rivendicato dall’Isis, ha causato 20 morti e 40 feriti, ma il bilancio è ancora purtroppo parziale. Il terrorista suicida avrebbe parcheggiato l’autovettura poi esplosa nei pressi della stazione di polizia locale e il ministero della Difesa riferisce che l’attentatore, prima di farsi esplodere a bordo del veicolo, avrebbe cercato di entrare all’interno dell’edificio venendo però bloccato dalle forze dell’ordine. Si tratta del secondo grave attacco nella capitale siriana a distanza di pochi giorni.
Lo scorso 31 gennaio tre esplosioni, anch’esse rivendicate dallo Stato islamico, hanno infatti causato circa 70 morti al mausoleo sciita di Sayyda Zeinab, come subito riportato anche dai nostri inviati a Damasco. Proseguono quindi gli attentati ad opera dell’Isis, e di gruppi ad esso affiliati, al cuore della capitale siriana. Proprio in un momento chiave per le sorti del conflitto, con l’esercito di Assad che avanza ad Aleppo e in tutto il nord-ovest ricacciando i jihadisti oltre il confine con la Turchia. E intanto proprio oggi Ankara ha minacciato la Russia: “Si ritireranno come in Afghanistan, in modo mesto”, ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu.