La Spezia, 19 gen – Paolo Tagliavento, direttore di gara della sezione di Terni, ha appena ravvisato 5′ di recupero ed il tabellone si è già alzato al cielo, segnalando al Picco quanto manca al volgere della gara. Spezia-Alessandria sono sull’1-1, reti di Calaiò e Bocalon, quando giunge il 91′. Vitofrancesco, che ha da pochi istanti preso il posto di uno spento Marconi, controlla il pallone sulla trequarti, alza la testa e di destro mette un pallone a giro verso il centro dell’area. La parabola è caramellata, invitante, e Riccardo Bocalon prende posizione. La punta – 10 reti nel girone A di Lega Pro – ha già messo ko il Genoa e durante la partita è entrato al 70′ prendendo il posto del regista Loviso, apparso lento e non in vena. La sfera continua la sua corsa, l’attaccante in maglia rossa fa due passi indietro ed in caduta stacca, lasciando sul posto Valentini. L’impatto è perfetto, Chichizola può solo ammirare la parabola spegnersi sul secondo palo. E’ delirio, tutta l’Alessandria è sotto i 1500 sostenitori giunti dalla città piemontese.
Angelo Gregucci, allenatore ed ex calciatore in maglia grigia, appare trasfigurato in volto durante le interviste di rito a fine gara. Dedica la vittoria a Morosini e cerca di dare una lettura alla gara mantenendo le scarpe di ghisa: “Stasera i ragazzi hanno fatto una grande partita, hanno riscritto la storia, come il Bari siamo una squadra di Lega Pro in semifinale di Coppa Italia. Ringrazio Scienza e il suo staff perché senza il loro lavoro non saremmo qui, i miei ragazzi per quanto fatto non solo da giocatori ma da uomini, onorando questa maglia e la società. E’ una delle serate più belle della mia carriera sportiva, la dedica per questa sera va ad un ragazzo che ho allenato e che non c’è più che si chiama Piermario Morosini. La partita? La squadra non si è mai scomposta neanche dopo lo svantaggio, non ha perso mai campo, ha lottato su ogni palla facendo una grande gara. Lo Spezia passato in vantaggio ha provato a gestire, ma abbiamo fatto una grande prova: l’unico mio dubbio era sulla reazione nel caso di gol subito, ma la reazione è stata importante”.
La partita ha visto l’Alessandria mantenere il pallino del gioco, risultando impressionante, per una squadra di Lega Pro, nella stesura della trama di gioco. Anche se il goal qualificazione è arrivato da un campanile frutto comunque dei movimenti precisi della prima punta, ed il momentaneo pareggio da una forzatura di Marras. Lo Spezia, che naviga in acque tranquille in serie B, ha fallito con Calaiò almeno due occasioni, una per tempo, che avrebbero tagliato la testa all’orso piemontese. Il 26 gennaio si giocherà l’andata delle semifinali di Coppa Italia – la partita si disputerà, così come asserito da Luca Di Masi, presidente alessandrino, all’Olimpico di Torino per una questione di capienza e sicurezza – tra Alessandria e Milan, per la prima volta dal 1984 una squadra di terza serie, allora fu il Bari di Bolchi, raggiunge le prime quattro della Tim Cup, sognando ad occhi aperti il 1 marzo quando l’oceano grigio invaderà gli spalti di San Siro.
Lorenzo Cafarchio
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