Los Angeles, 12 gen – Non avranno il prestigio delle statuette d’oro, ma di certo i Golden Globe potrebbero fare da apripista a quello che ci ritroveremo nella prossima notte degli Oscar: si è svolta a Los Angeles, tra domenica e lunedì, la 73a edizione della prestigiosa cerimonia che premia i migliori film e programmi televisivi della stagione passata. La prima sorpresa – non tanto ovviamente per noi – è stata la vittoria di Ennio Morricone, che si è aggiudicato il globo d’oro grazie alla colonna sonora realizzata per The Hateful Eight – l’ottavo film di Quentin Tarantino. Il Maestro torna, come avevamo già scritto qui, ad una sountrack per un film western dopo 34 anni d’astinenza, raggiungendo quota tre nelle vittorie dell’award dopo quelle conquistate nel 1986 con Mission e nel 1999 con La leggenda del pianista sull’oceano.
Altra tripletta all’evento è quella ottenuta da Jennifer Lawrence, che alla terza collaborazione con il regista David Russell si è aggiudicata il terzo Golden Globe, questa volta come miglior attrice in una commedia (categoria, come vedremo dopo, mai come quest’anno utilizzata a sproposito). Curioso il fatto che anche le altre due vittorie erano state conseguite in seguito ad una collaborazione con lo stesso film-maker americano: nel 2013 con il lato positivo e nel 2014 con l’ottimo American Hustle.
Le “commedie” dicevamo…Pare proprio che quest’anno l’HFPA – la Hollywood Foreign Press Association, associazione che riunisce i giornalisti internazionali che si occupano di cinema e tv e giuria del Premio – se la sia voluta cavare utilizzando il genere senza particolari necessità di riscontro: i film e gli attori premiati nella categoria sono stati infatti The Martian (miglior film), la suddetta Jannifer Lawrence per Joy e Matt Damon – miglior attore ancora con The Martian. Inutile sottolineare che nessuna delle due pellicole in questione sia una commedia. Ma tant’è, lo show-business si nutre anche di queste “futili” polemiche.
Polemiche appunto che non sono mancate anche per un presunto tweet razzista (?) “cinguettato” da MTV Australia: l’emittente televisiva si è resa “rea” durante la serata di aver ironizzato sulle attrici Eva Longoria e America Ferrara – impegnate nell’assegnazione di un premio – chiedendone di inserire i sottotitoli in inglese. Il fatto si commenta da se!
Tornando alla premiazione vera e propria invece, il “colpo grosso” l’ha fatto quest’anno Alejandro González Iñárritu – sempre più lanciato, dopo la tripletta agli Oscar dello scorso con Birdman, nell’Olimpo dei registi. Il messicano s’è aggiudicato infatti con Revenant (Redivivo) – in uscita nelle sale italiane il 16 gennaio – i tre award più importanti: miglior film drammatico, miglior regia e – sorpresa tra le sorprese – miglior attore in un film drammatico, premio assegnato a Leonardo DiCaprio.
Il film si annuncia già un successone, e dalle prime immagini girate in rete pare che anche quest’anno non ci sarà gara al Dolby Theatre (location della notte degli Oscar, ndr). Questo ovviamente non tenendo conto della variabile statistica: negli ultimi undici anni solo tre vincitori del Golden Globe come miglior film drammatico hanno ottenuto l’Oscar (12 Anni Schiavo, Argo e The Millionaire) e solo una commedia (The Artist). Possibile che la sorte nefasta dello sfortunato DiCaprio si frapponga tra Inarritu e la seconda statuetta per il miglior film in due anni? Chissà. Intanto Leo potrebbe doversela vedere con la magnifica interpretazione di Fassbender nel Macbeth. Per saperne di più, appuntamento a giovedì – giorno in cui verranno annunciate le candidature – ed al 28 febbraio, data stabilita per l’88a edizione della cerimonia.
Davide Trovato