Bologna, 16 dic – Sotto Natale, si sa, conta più il regalo che il pensiero (con tanti saluti al famoso proverbio). E, nella gara alla scelta del dono, il consiglio degli esperti è spesso determinante. Con questo pensiero in testa Brunella Torresin intervista su La Repubblica Bologna di oggi Marco Bonassi, direttore de La Feltrinelli di Bologna, partendo da una classifica personale. La classica top ten dei libri immancabili.
La classifica del direttore ha una piccola particolarità che la giornalista nota subito. Non viene elencato nessun libro scritto da un’autrice. E alla domanda che segue Bonassi ha il “cattivo gusto” di rispondere in maniera schietta.
Di autrici nemmeno una?, chiede la giornalista. “Lo confesso, non ne leggo molte. E non volevo barare, né fare il politicamente corretto“, risponde Bonassi.
L’esercito jihadista del politically correct ovviamente non perde tempo e si scatena sul web. Maurizio De Giovanni, scrittore del gruppo Einaudi, dichiara che non presenterà più nessun libro nella libreria bolognese. Grazia Verasani, autrice di “Quo vadis, baby?”, parla di “[…] snobismo nei confronti della letteratura scritta da donne […]”. Annamaria Tagliavini, direttrice della Biblioteca delle donne di Bologna, parla addirittura di gap culturale.
Ma il commento più inquietante arriva da Marilù Oliva che sul suo blog libroguerriero arriva a scrivere: “Forse con una piccola bugia avrebbe fatto più bella figura […] Da un direttore di libreria, infine, avrei apprezzato la buona volontà più che la pessima onestà“
Insomma, il direttore de La Feltrinelli felsinea diventa il vero e proprio capro espiatorio. Ma a guardare bene le data sembra che l’intervista sia solo un casus belli di un malessere che si trascinava già da qualche giorno. Infatti già il 14 dicembre Loredana Lipperini dal suo blog si lamentava della classifica dell’inserto de Il Corriere “La Letteratura” pubblicata l’11 dicembre. Una classifica elaborata in base ai voti di redattori e collaboratori dell’inserto, non propriamente dei candidati del partito “100% Maschio”.
Una classifica “dove nei primi dieci romanzi dell’anno non ce n’è uno scritto da una donna“. Un affronto per la Lipperini, già candidata per il Parlamento Europeo nella lista L’Altra Europa con Tsipras alle Europee 2014, un affrontato per cui evidentemente qualcuno doveva pagare in prima persona.
E’ quindi lecito il dubbio: Bonassi è stato sacrificato per coprire qualche penna del gruppo Rcs e dare alla Lipperini e colleghe un facile bersaglio?
Stefano Casagrande