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La svastica su Times Square, o del marketing nell’era del buonismo

by Davide Trovato
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the-man-in-the-high-castle-america-mapMilano, 26 nov – “Uno Stato non è migliore di chi lo guida”. Cosi scriveva nel 1962 Philip K. Dick ne “La svastica sul sole”, uno dei più celebri ed apprezzati romanzi dell’autore di Minority Report e di Do Androids Dream of Electric Sheep? – la cui trasposizione cinematografica è meglio nota col titolo di Blade Runner.

A più di trent’anni di distanza, e proprio nel settore dei “trasporti”, il defunto precursore del cyberpunk è riuscito nuovamente a scandalizzare: pochi giorni fa una linea della metropolitana di New York è stata tappezzata di pubblicità per The Man in The High Castle, la nuova serie televisiva di Amazon tratta per l’appunto da La svastica sul sole.

Come facilmente intuibile dal titolo italiano dell’opera, trattasi nient’altro che di un romanzo ucronico in cui Hitler e l’impero giapponese riescono a sconfiggere gli alleati nella seconda guerra mondiale, diffondendo così il nazismo nel mondo intero, Stati Uniti compresi. È perfino banale sottolineare che anche ai non esperti di marketing sarebbe venuto in mente come pubblicizzare un’ambientazione tanto succulenta. E così in effetti è stato: la linea compresa tra Grand Central Terminal, principale stazione ferroviaria di Manhattan, e Times Square, uno dei luoghi più famosi di New York, è stata subissata di poster e bandiere a stelle e strisce adattate con l’aquila e la croce di ferro della Germania nazista. Addirittura nei vagoni del treno – si sa che se c’è una cosa in cui gli americani sono campioni del mondo quella è il “vendere un prodotto” – i sedili sono stati ricolorati con la Bandiera del Sole Nascente giapponese. 4869

Una fantastica trovata commerciale, si dirà. A quanto pare però non per tutti. Il rappresentante della Camera Jeffrey Dinowitz, alla vista del vagone, ha dichiarato: “Ci sarebbero potuti essere degli anziani sopravvissuti all’olocausto. È stato scioccante. Non è certo quello il modo per pubblicizzare uno show televisivo”.

Al rappresentante ha fatto eco il sindaco italo-americano Bill de Blasio: (quelle pubblicità, ndr) “sono irresponsabili ed offensive per i sopravvissuti della seconda guerra mondiale e dell’olocausto, per le loro famiglie e per tutti i newyorkesi”. Da contraltare invece ha fatto Adam Lisberg, responsabile commerciale del servizio di trasporti americano, che ha spiegato come la campagna fosse perfettamente in linea con i loro standard, e che “ovviamente la pubblicità, piaccia o meno, pubblicizza uno show, non il nazismo”.

The-man-in-the-high-castle-metro-1Nulla da fare. Il risultato dopo l’alzata di scudi degli “adepti d’oltreoceano della Boldrini”? Le pubblicità sono state dichiarate inopportune dal Governatore Democratico Andrew Cuomo e ne è stata designata la rimozione. Ovviamente il tutto senza tener presente il parere dei viaggiatori, divisi per la maggior parte tra i fan entusiasti del libro/serie tv e chi, giustamente, dichiara che non avrebbe neanche fatto caso alle pubblicità se non ci avessero “ricamato” così a lungo. Alla fine comunque il risultato è stato raggiunto: Amazon è riuscita a far parlare dello show.

Cosa sarebbe accaduto invero se i nazisti avessero vinto la seconda guerra mondiale? Piuttosto complicato a dirsi. In ogni caso, ipotizziamo, difficilmente si sarebbero scandalizzati per qualche poster su di un treno.

Davide Trovato

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