Roma, 20 nov – Questa mattina sul profilo twitter della Melegatti, nota società dolciaria italiana, è apparsa una foto che ha fatto discutere. Più che la foto in realtà è la frase: “Ama il prossimo tuo come te stesso…basta che sia figo e dell’altro sesso” che ha scandalizzato gli alfieri del politically correct.
“Lo spot non è inclusivo” e giù critiche, #Melegatti che finisce in cima alle tendenze nei social per gli insulti ricevuti dagli utenti e retromarcia della società: sembra di vedere quanto già successe con il caso Barilla, anche se in questo caso la Melegatti accolla la responsabilità a una società esterna che gestisce la comunicazione sui social, ribadendo che Melegatti da “121 anni è per tutti” e precisando che la suddetta società è stata sollevata dall’incarico.
Questo il testo del tweet di scuse: “Con riferimento al post di questa mattina, Melegatti S.p.A. chiarisce che la gestione della comunicazione sui social è affidata ad un‘agenzia esterna che ha pubblicato senza autorizzazione da parte dell’Azienda. Melegatti S.p.A. si dissocia dall’operato di tale agenzia che ovviamente è stata sollevata dall’incarico e si scusa formalmente con chiunque si sia sentito offeso dal contenuto. Da 121 anni Melegatti è per tutti“.
Insomma sembrano lontani gli anni ’90 quando si potevano vedere pubblicità come quella della Zappalà e nei film si poteva dire frocio senza passare per un pericoloso omofobo nemico della civiltà.
Rolando Mancini