Roma, 30 ott – Dopo l’indiscrezione dei giorni scorsi, confermata ieri, che Xavier Niel era salito all’11% del capitale di Telecom Italia, è novità di oggi che il finanziere monegasco lo scorso 27 ottobre ha limato al rialzo la propria partecipazione, portandola sopra il 15%.
Telecom Italia / Francia
Insieme alla quota di Vivendi, pari al 20%, la partecipazione francese nell’ex monopolista pubblica sale così, complessivamente, al 35% e oltre.
Niel nicchia, non offrendo alcuna spiegazione riguardo l’operazione che sta portando avanti. Operazione che ha sorpreso molti dopo che, con l’ingresso di Vivendi a seguito dello scioglimento del patto Telco, Telecom Italia aveva in qualche modo consolidato il suo azionariato con un socio forte di riferimento. Ora il suo primato è in bilico, pericolosamente marcato stretto da Niel. Il quale, per inciso, non sta acquistando con la sua holding Ilia, attiva proprio nel settore delle telecomunicazioni, bensì attraverso un’altra controllata, la Rock Investments.
Che combina Niel?
E’ quindi un’operazione speculativa e non industriale? E’ solo un modo per disturbare il competitore transalpino, sul cui mercato tra l’altro Niel ha già una volta spiazzato la concorrenza con una guerra dei prezzi? Oppure – secondo le ipotesi più ardite – in realtà Niel e Vivendi sono d’accordo per consolidare in mani francesi buona fetta del capitale dell’ex Sip senza dover sottostare all’obbligo di offerta pubblica di acquisto?
Telecom Italia terra di conquista
Al momento la matassa è quasi impossibile da sbrogliare. Quel che è certo è che Telecom Italia ormai è un porto franco dove a darsi battaglia, in terra italiana, sono solo combattenti stranieri.
Filippo Burla