Roma, 12 ott – Nasce il Fronte Siriano Democratico, ennesimo tentativo a guida USA di rimescolare le carte sul tavolo siriano e in generale in tutta la regione, mettendo insieme le Milizie di Difesa popolare curde (YPG), elementi del Free Syrian Army, già testati a Kobane, le milizie Assire del Mawtbo Fulhoyo Suryoyoe (MFS) e del Sanadid, milizie arabe.
Al neonato coordinamento militare gli Usa avrebbero già fornito oltre 110 pallets di equipaggiamenti militari.
Il Fronte Siriano Democratico è quindi composto principalmente dalle forze curde e assire, una volta alleate all’Esercito Arabo Siriano, e prevalentemente diffuso nelle regioni del nord-est della Siria, nelle zone tra Turchia e Iraq, specificatamente ad Al Hasakah e in quella regione definitiva “Kurdistan siriano”.
Questo “nuovo” esercito in campo potrebbe contare già più di 30.000 uomini ed oltre la funzione, dichiarata, di combattere l’ISIS potrebbe essere il nuovo elemento sul terreno sul quale punterebbe la Casa Bianca in funzione anti-Assad e generalmente anti-siriana.
Anche gli alleati turchi, però, non dovrebbero dormire sonni tranquilli: questa forza costituita principalmente dai curdi è sui loro confini.
Dopo cinque anni di tentativi, gli USA non smettono di cercare forze e spendere risorse per polverizzare lo stato nazionale siriano. I curdi, tanto mediaticamente esaltati a cominciare da Kobane, si dimostrano in Siria come prima in Iraq, le quinte colonne del progetto di soppressione degli stati nazionali arabi.
Giovanni Feola