Damasco, 2 ott – Dopo le reciproche accuse, anche gli Usa sono pronti – pur indirettamente – a scendere in campo in Siria.
Dal Pentagono stanno infatti pensando di offrire protezione militare ai ribelli dell’opposizione cosiddetta “moderata” che, secondo le accuse di Washington, verrebbe presa di mira dai bombardieri russi, la cui strategia sarebbe quindi quella di fiaccare l’opposizione tout court ad Assad, senza operare una distinzione fra le diverse frange. Una distinzione che, sul campo, è tuttavia quasi impossibile, come gli Stati Uniti – dopo i recenti fallimenti nell’addestrare miliziani che si sono subito arresi, consegnando armi e materiale ai qaedisti di Al-Nusra – dovrebbero ben sapere.
Sono numerosi i rischi di un’azione del genere, connessi soprattutto ad un uso della forza in risposta agli attacchi russi. Un’eventualità, quest’ultima, che potrebbe degenerare in un’escalation di tensione sui rapporti internazionali. Un film in parte già visto, specialmente in epoca di guerra fredda.
Roberto Derta