Roma, 19 set – Turbolenze in vista, anche se siamo con i piedi ben saldi a terra. Cogliendo tutti di sorpresa, Silvano Cassano, da nove mesi amministratore delegato di Alitalia dopo il matrimonio d’interessi con Etihad, ha rassegnato le proprie dimissioni. I suoi poteri passano pro-tempore al presidente, Luca Cordero di Montezemolo.
La motivazione ufficiale parla di “motivi personali” alla base della decisione, ma al di là della versione fornita dall’ex compagnia di bandiera sembrano esserci dei forti dissidi, alimentati anche dalle performance. E’ vero che Alitalia sta rispettando le previsioni di budget, ma è altrettanto vero che i risultati dei primi mesi dell’anno beneficiano di poste straordinarie come ad esempio i 94 milioni di plusvalenza dalla cessione del 75% della società che gestisce il programma MilleMiglia. Allo stesso tempo si sono verificate anche problematiche le quali, pur non riguardando direttamente Alitalia, hanno inciso pesantemente sull’operatività. E’ il caso del rogo di Fiumicino, che secondo alcune stime sarebbe costato alla compagnia almeno 80 milioni di euro.
In virtù di ciò, non è scontato che la società possa tornare in utile come previsto entro il 2017. Un’eventualità che ha sollevato più di qualche dubbio sulla scelta compiuta dall’ad di Etihad, James Hogan, da parte dei soci emiratini.
Al di là delle cifre di bilancio, secondo fonti interne al vettore ciò che rileva maggiormente è il fatto di non essere riusciti a far percepire ai clienti i cambiamenti in atto. Tesi in parte confermata dalle parole di Montezemolo: “Passeremo ora alla prossima fase della nostra strategia di trasformazione del business con una nuova guida”, ha detto il neo ad.
Filippo Burla
125