Pisa, 26 ago – Dalla primavera scorsa, in provincia di Pisa sono stati accolti 801 immigrati clandestini, primo contingente dell’invasione pianificata dalla giunta regionale guidata da Enrico Rossi, in collaborazione con le Prefetture e con la supina acquiescenza della maggior parte dei sindaci di centro-sinistra.
Tutti i mezzi possibili e immaginabili sono stati impiegati per assicurare ai presunti profughi richiedenti asilo gli spazi e il comfort che il precipitare dello stato dell’economia sta negando a sempre più italiani: dagli immobili regionali e delle Asl, alle lucrose convenzioni con cooperative e associazioni sociali, fino all’acquisto di modernissimi prefabbricati nuovi di zecca.
Niente di tutto questo è bastato, almeno a Pisa, a impedire che – sono dati ufficiali della Prefettura di Pisa e ben 347 sugli 801 indesiderati ospiti, il 43% del totale, se la svignassero senza lasciare traccia, per di più molti di questi completamente sconosciuti, essendo fuggiti prima del completamento delle procedure di identificazione.
In pratica, attualmente ci sono centinaia di immigrati clandestini in giro sul territorio, nel pisano ma sicuramente anche altrove, in grandissima maggioranza se non tutti giovani e uomini, senza controllo né identità. Un fallimento epocale a carico di tutti i livelli istituzionali, da quello statale rappresentato dalla Prefettura a quello regionale che ha pianificato l’invasione, fino alle amministrazioni provinciale e comunale responsabili dei propri territori. E un vulnus terribile per la sicurezza dei cittadini e la tranquillità delle comunità residenti.
Di più, il fatto che questa notizia sia filtrata a Pisa non significa affatto che tutto questo sia avvenuto soltanto nella provincia toscana, che pure brilla – si fa per dire – per amministrazioni, a partire da quella del comune capoluogo, tutt’altro che attente alle esigenze dei propri cittadini, delineando piuttosto una realtà sommersa che potrebbe rivelarsi molto più diffusa sul territorio nazionale, portando i numeri reali dei clandestini liberamente circolanti senza controllo a valori perfino difficilmente immaginabili.
Il primo ad attaccare frontalmente il disastro pisano è stato Matteo Pacini, responsabile provinciale di Sovranità: “Questi dati forniscono la misura della totale scelleratezza nella gestione dell’immigrazione da parte dell’amministrazione provinciale pisana. La dispersione incontrollata di centinaia di presunti profughi sul territorio, passati in massa alla condizione di clandestinità, accentua ancor di più il rischio di una loro cooptazione nei circuiti delinquenziali”.
Forse non per un caso, di episodi delinquenziali compiuti da immigrati a Pisa si sono riempite le cronache degli ultimi mesi.
Francesco Meneguzzo
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