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Riccione, 23 ago – Non c’è pace sulla riviera romagnola. Dopo la raffica di stupri tutti a opera di africani di varie latitudini e a danno di giovanissime turiste, sale nuovamente alla ribalta la devastante piaga dello spaccio di droga, che ha portato nelle scorse settimane alla chiusura temporanea del Cocoricò con inevitabili strascichi polemici.
La scorsa notte, infatti, poco dopo mezzanotte, si sono affrontati in una mega-rissa due gruppi di ragazzi, tutti tra i 18 e i 20 anni: da una parte quattro nordafricani tra cui un egiziano senza fissa dimora, dall’altra due italiani e un albanese residenti a Como.
Il secondo gruppo ha avuto la peggio, finendo tutti accoltellati, l’albanese all’addome e in modo molto grave: trasportato all’ospedale cittadino, è stato operato e non sarebbe in pericolo di vita. Gli altri due, italiani, sono invece stati portati all’ospedale “Infermi” di Rimini e saranno presto dimessi. Per tutti e sette, grazie all’intervento congiunto di polizia e carabinieri, è scattato l’arresto per rissa aggravata e lesioni gravissime, mentre i nordafricani sono accusati anche di tentato omicidio. Pare che sia stato individuato anche l’autore materiale del ferimento più grave, condotto per mezzo di un coltello militare a impugnatura mimetica, arma ritrovata e sequestrata.
Teatro dello scontro, la spiaggia libera davanti a piazzale Roma, dove era in corso un concerto organizzato da Radio DeeJay per lo show di Emis Killa, Guè Pequeno, Marracash e Clementino, mentre la motivazione della rissa sarebbe stata la competizione per la spartizione delle zone dello spaccio in viale Ceccarini, a Riccione.
Mentre, evidentemente, la gravità sia dei reati connessi direttamente alla rissa sia di quelli scatenanti – lo spaccio di droga – è indipendente dalla nazionalità dei giovani coinvolti, non si può non notare che sui sette delinquenti coinvolti ben cinque sono stranieri: risorse la cui presenza in Italia è finalizzata soltanto a portare danni, sconvolgere la vita delle comunità e pregiudicare la reputazione delle migliori località turistiche del paese.
Francesco Meneguzzo
Riccione, 23 ago – Non c’è pace sulla riviera romagnola. Dopo la raffica di stupri tutti a opera di africani di varie latitudini e a danno di giovanissime turiste, sale nuovamente alla ribalta la devastante piaga dello spaccio di droga, che ha portato nelle scorse settimane alla chiusura temporanea del Cocoricò con inevitabili strascichi polemici.
La scorsa notte, infatti, poco dopo mezzanotte, si sono affrontati in una mega-rissa due gruppi di ragazzi, tutti tra i 18 e i 20 anni: da una parte quattro nordafricani tra cui un egiziano senza fissa dimora, dall’altra due italiani e un albanese residenti a Como.
Il secondo gruppo ha avuto la peggio, finendo tutti accoltellati, l’albanese all’addome e in modo molto grave: trasportato all’ospedale cittadino, è stato operato e non sarebbe in pericolo di vita. Gli altri due, italiani, sono invece stati portati all’ospedale “Infermi” di Rimini e saranno presto dimessi. Per tutti e sette, grazie all’intervento congiunto di polizia e carabinieri, è scattato l’arresto per rissa aggravata e lesioni gravissime, mentre i nordafricani sono accusati anche di tentato omicidio. Pare che sia stato individuato anche l’autore materiale del ferimento più grave, condotto per mezzo di un coltello militare a impugnatura mimetica, arma ritrovata e sequestrata.
Teatro dello scontro, la spiaggia libera davanti a piazzale Roma, dove era in corso un concerto organizzato da Radio DeeJay per lo show di Emis Killa, Guè Pequeno, Marracash e Clementino, mentre la motivazione della rissa sarebbe stata la competizione per la spartizione delle zone dello spaccio in viale Ceccarini, a Riccione.
Mentre, evidentemente, la gravità sia dei reati connessi direttamente alla rissa sia di quelli scatenanti – lo spaccio di droga – è indipendente dalla nazionalità dei giovani coinvolti, non si può non notare che sui sette delinquenti coinvolti ben cinque sono stranieri: risorse la cui presenza in Italia è finalizzata soltanto a portare danni, sconvolgere la vita delle comunità e pregiudicare la reputazione delle migliori località turistiche del paese.
Francesco Meneguzzo