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Ci ha lasciato Emmanuel Ratier, patriota europeo

by Adriano Scianca
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ratier2Parigi, 20 ago – Il mondo della cultura non conforme francese è in lutto: ieri mattina, in seguito a una crisi cardiaca, lo scrittore 57enne Emmanuel Ratier ci ha lasciato.
Nato il 29 settembre 1957 ad Avignone, Ratier aveva praticamente consacrato tutta la sua vita alla militanza e alla controcultura. Studente all’università di Rouen, era presto diventato dirigente del Front de la jeunesse di Normandia, organizzazione giovanile del Parti des forces nouvelles.
Qui aveva ideato Balder, un periodico regionale di ispirazione nazionalrivoluzionaria, prima di una lunga serie di iniziative editoriali.
Diplomato al Centre de formation des journalistes di Parigi, ha poi lavorato per diverse testate, tra cui Le Spectacle du Monde, Le Figaro Magazine, National Hebdo, Le Crapouillot, Valeurs vallsactuelles e Minute. Era succeduto al defunto Yann Moncomble a capo della casa editrice Faits et Documents, stesso titolo di una lettera di informazione bimestrale con cui da tempo Ratier informava i suoi contatti dell’attualità politica, anche nei suoi aspetti meno conosciuti al grande pubblico.
Era anche titolare, dal 2008, di una sua trasmissione su Radio Courtoisie.
Dal 2005 era diventato anche animatore della libreria Facta, in pieno centro a Parigi. Un vero presidio di cultura anticonformista, tanto da attirarsi le attenzioni dell’antifascismo militante, che solo negli ultimi tempi aveva assaltato il locale ben due volte, nel dicembre 2013 e nel febbraio 2014.
Specializzato in inchieste sulle lobby e sui gruppi di potere, ultimamente aveva dato qualche grattacapo a Manuel Valls, con il suo saggio Le Vrai Visage de Manuel Valls, a proposito del quale il Primato Nazionale lo aveva anche intervistato. Si tratta di uno dei rari casi in Europa in cui il presidente del Consiglio viene messo in serio imbarazzo da un’inchiesta proveniente dagli ambienti identitari e non conformi.
La sua presenza, in tutti gli avvenimenti politici e metapolitici di rilievo della scena nazionalista francese, era una costante, anche se spesso era discreta, volta unicamente al contributo disinteressato, come si addice a un uomo di milizia. Una grande perdita per tutta l’Europa che non si rassegna all’estinzione.
Adriano Scianca

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