Roma, 14 apr – Il fascismo è ovunque. Il fascismo è sotto casa. Letteralmente. Si tratta della grande scoperta del progetto-studio “Strada per strada, Torino e la sua memoria“, presentato al Palazzo Civico dall’esperto di rappresentazioni territoriali del Politecnico Francesco Fiermonte e la ricercatrice Sara Racca.
Torino, la toponomastica che non ti aspetti
Chi si aspetterebbe di trovare a Torino, vie e piazze intitolate a patrioti ed eventi legati alla storia patria? “Una piccola parte della toponomastica fascista è arrivata fino a noi“, sentenzia il Corriere di Torino, a cui evidentemente non è bastata la piazza pulita fatta dagli antifascisti a guerra finita: sicuramente non troverete segni che ricordino i casi di Marilena Grill, Margherita Audisio, Lidia Fragiacomo, Laura Giolo e Giuseppina Ghersi, tutte bambine o giovanissime donne violentate e uccise dai partigiani. In ogni caso la scoperta è notevole: è vero, sono sparite le vie intitolate ad Italo Balbo ma sono rimaste “tracce della retorica coloniale e delle scelte dei podestà“. L’attenzione quindi si sposta sulle “colpevoli” Piazza Bengasi e corso Mediterraneo, ma anche su via Borg Pisani, via Azzi, via Giardino (personaggi legati o celebrati dal fascismo). Il gruppo di lavoro del Dist, il dipartimento interateneo Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, ha scoperto che “i patrioti, superano, nel numero di piazze e strade, i poeti, i pittori e i politici“. Pazzesco.
Troppi patrioti
Insomma, i dottori non solo lamentano troppi “souvenir” della stagione della camicie nere, ma sembrano indicare la toponomastica patriottica come qualcosa di ur-fascista. Niente di nuovo, ovviamente. Le polemiche periodiche sulla toponomastica coloniale di città come Roma sono diventate quasi una tradizione. Senza parlare di progetti mitomani e assolutisti come fu quello della Boldrini, che parlava di far rimuovere la scritta “Dux” dall’obelisco del Foro Italico. Ormai dieci anni fa… Più attuali sono gli ostruzionismi alla toponomastica di destra, che vorrebbe avere almeno una Via Almirante da poter sfoggiare. La guerra antifascista contro i “nomi maledetti” è un passatempo noioso, morboso, da oggi anche accademico, frutto di un mondo che non ha nuovi nomi da porre all’attenzione della storia.
Vincenzo Monti