Roma, 20 nov – Erano mulini a vento e non giganti intenti a compiere azioni malvagie verso l’amata Dulcinea. Ma Don Chisciotte, incurante dei continui avvertimenti di Sancio, si lanciò ottusamente all’attacco. Ecco, a leggere certe uscite della sinistra, non può che tornare alla mente l’inesistente battaglia del personaggio nato dalla penna dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes. L’ultima crociata – in ordine cronologico – viene combattuta in prima linea dal Corriere della Sera. Il bersaglio? Le stilizzazioni della toilette, accusate di essere sessiste (sì, avete letto bene).
I pittogrammi della discordia
È lo stesso quotidiano milanese a farci sapere che “fuori dalle toilette di un ente pubblico, ovvero la mensa dell’università Sapienza, gestita da Disco Lazio, organismo regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza” trova posto “l’immagine semplificata di un uomo. È in cravatta, forse in giacca, abbigliamento casual ma stile ufficio”. Al suo fianco “quella di una donna, in apparente vestito intero, mano sul fianco, petto in fuori, un po’ ammiccante”.
Nulla di particolare, insomma. I soliti ideogrammi posizionati all’entrata del bagno di un qualsiasi locale pubblico. Materiale che si può tranquillamente trovare in un qualunque catalogo di realtà imprenditoriali che commercializzano prodotti di pulizia per l’Ho.re.ca.
Insiste però il giornale del gruppo Rcs. “Sembra l’icona di quelle donnine anni 50, le pin-up tutte curve e cotonatura alla Marilyn Monroe. Lui pronto a mettersi al lavoro alla scrivania. Lei pronta per la passerella in una sfilata di moda. Una differenziazione di genere perlomeno antiquata, stereotipata senza dubbi”. Sarà, ma a chi scrive, piuttosto i pittogrammi ricordano semplicemente due persone vestite in maniera elegante.
Toilette sessiste
E invece no, sicuramente siamo noi in difetto. Roba da “museo archeologico del patriarcato”. Apprendiamo così che da questi presunti preconcetti di genere – che proprio non riusciamo a vedere, maledetta miopia – impressi sulla soglia dei servizi igienici si potrebbe arrivare a ben più seri, pericolosi e preoccupanti fatti di sangue. Nell’articolo viene fatto l’esempio di Giulia Cecchettin.
Con un importante errore di fondo però: nel caso della giovane studentessa padovana – come per tanti altri omicidi e violenze – il problema non è nell’estremizzazione del maschilismo. Al contrario, proprio la crescente assenza dell’uomo genera mostri come Filippo Turetta. Ragazzi rieducati, decostruiti e deresponsabilizzati, figli di una società che non fornisce più valori né, tanto meno, esempi.
La sinistra, l’uomo e la donna
Una polemica inutile e anche strutturalmente balbettante quindi. E meno male che al CorSera, dopo averci catechizzato anche su come la parità di genere si conquisti attraverso il nudo – fatichiamo a comprendere il passaggio logico, ma ci fidiamo – non l’hanno buttata sulle toilette che continuano a “perpetuare l’esclusione delle persone che non si conformano ai modelli tradizionali di genere”. Qualcun altro, sempre nel petaloso mondo della sinistra e riferendosi alle code nei seggi elettorali, l’ha detto realmente. Effettivamente in molti da quelle parti non saprebbero nemmeno darci la definizione di uomo e donna. Ma la morale – quella sì – sanno farla tutti molto bene.
Cesare Ordelaffi