Home » Manolis e Yorgos. 11 anni fa l’assassinio di due militanti di Alba Dorata

Manolis e Yorgos. 11 anni fa l’assassinio di due militanti di Alba Dorata

by Sergio Filacchioni
0 commento
Manolis Yorgos

Roma, 1 nov – Sono passati undici anni dalla sera del 1° novembre 2013: ad Irakleio, nella periferia Nord di Atene, un individuo scende dalla moto mentre il guidatore resta in attesa. Portano tutti e due caschi integrali ed hanno un auto di appoggio, che li seguirà nella fuga: l’uomo si avvicina alla sede del partito Greco Alba Dorata dove sostano quattro persone. Apre il fuoco con una pistola semi-automatica da 9 millimetri, vengono esplosi 12 colpi: a terra rimangono Manolis Kapellonis (22 anni), ucciso sul colpo e Yorgos Fountoulis (27 anni), portato all’ospedale “Agia Olga” sarà poi dichiarato morto.

Manolis e Yorgos, giovani eroi

Le Forze militanti rivoluzionarie popolari di combattimento si assumono la responsabilità delle esecuzioni politiche dei neo-nazisti“, si legge in un comunicato diffuso alla stampa locale tramite una chiavetta Usb. “Il risultato dell’attacco armato è il punto di partenza della campagna popolare per mandare la feccia neonazista di Alba Dorata al posto a cui appartiene, la pattumiera della storia“. Le indagini dell’antiterrorismo portano però ad un nulla di fatto, nonostante venga appurato che l’esecuzione è condotta da killer professionisti. Nei video delle telecamere di sorveglianza emerge qualcosa di più significativo però: uno dei due, non sappiamo se Manolis o Yorgos, vede abbattere sotto i suoi occhi l’altro ma resta al suo posto. Non un cedimento o un attimo di comprensibile debolezza, non una richiesta di pietà o tentativo di fuga. Il ricordo diviene subito mito: il sacrificio dei due militanti diviene un simbolo per tutte le comunità nazional-rivoluzionarie europee, ma anche dei gruppi ultras più disparati che lanciano una grande ondata di solidarietà, specialmente in Italia, dove CasaPound Italia si fa immediatamente antenna ricevente del potente e tragico destino dei due giovani eroi. In Italia si era parlato da subito di “sparatoria”, mai di “esecuzione”, “agguato”, “strage”, tutti termini che meglio avrebbero descritto l’accaduto ma che ormai siamo stati abituati a sentire quando i carnefici sono rossi.

Un ricordo persistente

Anche dopo lo scioglimento-farsa di Alba Dorata nel 2020, il ricordo persiste: una memoria che ha sfidato l’omertà e i divieti, le criminalizzazioni e gli arresti. Anche quest’anno infatti Cpi ha celebrato il 1° novembre e i due nomi sono tornati a coprire migliaia di striscioni in tutta Italia, ma il ricordo ha raggiunto anche gli uffici dell’Ambasciata Greca a Roma. Una delegazione del movimento è stata ricevuta per poter consegnare un mazzo di fiori e un biglietto alla Segretaria dell’ambasciatore: “Dinnanzi allo smarrimento delle coscienze, gli spartani danno ancora e sempre un valore sicuro e profondo alla loro vita come alla loro morte“. Poche parole, dense di significato. Nonostante il tempo che ci separa dalla loro violenta morte sappiamo quale valore attribuissero alla vita: generosità, sacrificio, coraggio, volontà di lottare apertamente – alla luce del Sole – contro un sistema che ancora oggi opprime le Nazioni e uccide i popoli europei. “Era disgustato da tutto il sistema politico e ha vissuto in prima persona tutte le difficoltà inflitte alla nostra famiglia, tagli salariali, disoccupazione e tutte le difficoltà per cure e medicine, era deluso. Sperava in qualcosa di meglio, da qui la decisione di aderire ad Alba Dorata, nella speranza di qualcosa di meglio per il futuro”, dirà il padre di Yorgos a proposito del figlio. Sperava in qualcosa di meglio. E noi con loro. Ancora alla luce del Sole.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati