Roma, 31 lug – E’ stato depositato, alla Camera dei deputati, un testo che raccoglie tutte le proposte di riforma della legge 91/92 sulla cittadinanza. Si tratta di un ulteriore passo avanti per il superamento del principio dello ius sanguinis e verso una qualche forma invece di ius soli. Relatore della proposta di sintesi Marilena Fabbri del Pd, affiancata come correlatrice ad Annagrazia Calabria di Forza Italia, la quale però ha all’ultimo abbandonato l’incarico a causa di alcune divergenze
La nuova proposta, che come detto vuole rappresentare una sintesi di quelle presentate nel tempo, introduce lo ius soli, pur in forma temperata. E lo fa con un meccanismo abbastanza cervellotico: a chi nasce in Italia da genitori stranieri legalmente presenti da almeno 5 anni la cittadinanza è attribuita potenzialmente, necessitandosi di una dichiarazione in tal senso da parte di chi esercita la patria potestà; se il genitore non effettua questa dichiarazione, al nato in Italia si applicherà la legge attuale per cui dovrà eventualmente optare per la cittadinanza italiana al compimento del 18esimo anno di età. Inoltre, dal momento in cui diventa maggiorenne e fino al compimento dei 20 anni, il soggetto potrà anche rinunciare allo status di cittadino italiano, acquisendo quello dei genitori.
Non sei nato in Italia ma hai fatto il tuo ingresso nel paese da bambino? Nessun problema, se lo ius soli sembrava già avanzato come concetto -tanto che in pressoché nessun paese europeo, nonostante la vulgata, una tale forma di attribuzione a buon mercato della cittadinanza è presente- è in arrivo anche lo ius culturale, tema caro al centrodestra che l’ha sponsorizzato per il tramite di Renata Polverini per Fi e Dorina Bianchi di Area popolare. La cittadinanza potrà così essere attribuita anche a chi è arrivato in Italia prima del compimento dei 12 anni e ha frequentato almeno 5 anni di scuola nel nostro paese. Ma pure chi ha già compiuto i 12 anni non rischia di essere tagliato fuori: per lui serviranno 6 anni di residenza e la conclusione di un ciclo scolastico per conquistare l’agognato pezzo di carta.
Filippo Burla
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