Roma, 7 set – Con una produzione annua di 1,4 milioni di tonnellate la Costa d’Avorio non riesce a coprire i consumi di riso, che ammontano a 2,1 milioni di tonnellate , essendo quindi costretta ad importarlo da Pakistan, dall’India e dalla Tailandia. Questa situazione crea grossi problemi non solo perché queste importazioni pesano sulla bilancia dei pagamenti, ma anche per via del rischio che i paesi esportatori possano in qualsiasi momento bloccare le vendite creando problemi di approvvigionamento.
Costa d’Avorio, ecco come risolvere il problema della produzione di riso
Per risolvere questo problema il governo ivoriano, assieme a partner privati, ha introdotto una nuova varietà di riso che, oltre a resistere alla siccità, permette anche di avere maggiori raccolti. Per capire come questa nuova tipologia stia migliorando la vita dei coltivatori della Costa d’Avorio è importante notare che prima gli agricoltori ottenevano solo un raccolto all’anno e una resa di una tonnellata per ettaro, mentre adesso possono arrivare anche due raccolti in un’annualità, dunque a una resa di cinque tonnellate per ettaro permettendo anche di ottenere maggiori profitti.
I piani del governo
L’introduzione di questa nuova varietà di riso fa parte di un programma più’ ampio, che prevede la meccanizzazione, oltre a migliori impianti di irrigazione: il tutto al fine di raggiungere entro il 2027 l’autosufficienza nella produzione. Questo programma è un altro esempio di come si possano aiutare gli africani nei loro paesi, permettendo loro di aumentare la produttività agricola, così da produrre tutte le derrate alimentari di cui hanno bisogno e creando opportunità in loco, senza che questi debbano emigrare in Europa. Tutto ciò senza contare che l’autosufficienza alimentare permetterebbe ai Paesi africani di prevenire fame e povertà: quanto sta avvenendo in Costa d’Avorio dimostra che questa è la strada da seguire.
Giuseppe De Santis