Home » La sceneggiata di Crosetto e un’Italia che perfino nella Nato conta sempre meno

La sceneggiata di Crosetto e un’Italia che perfino nella Nato conta sempre meno

by Stelio Fergola
0 commento
Crosetto

Roma, 23 lug – Fermi tutti, Guido Crosetto non ci sta e attacca la Nato. Per essere precisi, attacca il segretario generale uscente Jens Stoltenberg, per una questione che “indigna profondamente” il governo italiano. Si tratta e si discute del cosidetto “Fronte Sud” relativo alle prospettive diplomatiche e militari della stessa Alleanza.

Crosetto e l’imbarazzante protesta contro il segretario Nato

Al Sud c’è il Mediterrano e nel cuore del Mediterraneo c’è l’Italia. Banalità. Così Guido  si arrabbia tantissimo con Jens, e l’amicizia – o quel che è, ma inventiamo pure – è compromessa, perché la decisione del segretario Nato di affidare alla Spagna il nuovo ruolo di inviato per il Fronte Sud, è per il ministro della Difesa “quasi un affronto personale”. Brutto e cattivo Jens, non si fa così con gli amici. Specialmente se questi ultimi hanno fatto da megafono e da pedina acritica a qualsiasi vostra decisione. Insomma, li ripagate così? Non si fa, su. Qual è il risultato? Che perfino la Spagna, un Paese che conta meno dell’Italia praticamente da sempre (almeno da quando siamo uno Stato unitario) assume maggiore prestigio in questo momento storico.

C’è modo e modo di stare nell’Alleanza Atlantica

La Nato è un obbligo impositivo di chi comanda l’impero, ovvero gli americani, e questo lo capirebbe anche il primo fessacchiotto che passa. C’è però modo e modo di starci, di giocarci, di ballarci, nella Nato. Chiunque sia sano di mente sognerebbe un futuro in cui Roma sia libera da una schiavitù del genere, frutto di una sconfitta e di un’umiliazione nazionale. Poi però c’è anche il saper fare, pur nella disgrazia, il proprio lavoro.

Tra gli anni Cinquanta e Ottanta del secolo scorso l’Italia ha dimostrato di saper ballare anche discretamente, ispirata dai Gronchi, dai Mattei, dai Fanfani e dai Moro, da trent’anni filati – e il governo di centrodestra non fa alcuna eccezione, e noi di certo non ci rifiutiamo di notarle, quando presenti – non riesce neanche ad andare in pista, figuriamoci a danzare. Questo ruolo oggi è recitato dalla Turchia, con qualche fake impettito perfino dalla Francia e se andiamo avanti così, perché no, magari pure in futuro dalla Spagna (chi può dirlo, a questo punto). Ma non certo da Roma, fantasma di sé stessa da decenni, andando ben oltre ciò che gli sciagurati trattati di pace del 1946 hanno decretato, generando naturalmente la stessa Alleanza Atlantica e la stessa necessità-obbligo per l’Italia non solo di farne parte ma di esservi sottoposta.

Dunque se Crosetto ha voglia di piangere o ha intenzione di fare scenate da teatro solo per attutire la situazione pessima che il suo governo non ha certamente invertito, sbaglia proprio tattica. Sarebbe stato più onorevole un dignitoso silenzio, dopo oltre un anno e mezzo di politica estera completamente seduta ai voleri di Washington, tanto sul conflitto russo-ucraino che su quello israelo-palestinese. “Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”. Ma soprattutto eviti almeno di prenderci per il culo, perché se proprio schiavi dobbiamo essere almeno preferiamo starcene in santa pace.

Stelio Fergola

 

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati