Roma, 7 lug – L’Algeria è un importante produttore di gas e petrolio, ma il governo vuole diversificare questa dipendenza dagli idrocarburi puntando non solo sul turismo ma anche sull’estrazione di minerali.
L’Algeria e l’estrazione dei minerali
Il sottosuolo algerino contiene molti minerali, ma tra questi spiccano per importanza i depositi di ferro che hanno attratto l’interesse della Cina: da Pechino, infatti, sarebbero interessati ad acquistare quasi tutto il ferro estratto dal paese nordafricano. A tale proposito è degno di nota il deposito di Gara Djebilet, situato nel sud ovest del Paese, che contiene 3,5 miliardi di tonnellate di ferro di cui 1,7 miliardi sfruttabili. Il deposito si estende per un’area di 125 chilometri quadrati: il governo punta a investire dai 7 ai 10 miliardi di dollari per svilupparlo. Ecco la ragione della creazione di due joint venture con società cinesi, una per estrarre il ferro e un’atra per trasformare il ferro estratto in semilavorati.
Progetti
L’obiettivo è quello di estrarre per il 2026 2 milioni di tonnellate di ferro all’anno, per poi portarlo entro il 2040 a 50 milioni di tonnellate, così da trasportare il minerale estratto. La società statale cinese China Railway Costruction Corporation sta costruendo una ferrovia lunga 6mila chilometri che colegherà la miniera di Gara Djebilet alla zona industriale di Dumiat situata vicino alla frontiera col Marocco.
La Cina non è il solo Paese interessato al ferro algerino: in loco lavora anche la società turca Ozmert, la quale ha finito di costruire un’acciaieria che produrrà 500mila tonnellate di acciaio all’anno. Per chiudere, va sottolineato che nella zona orientale dell’Algeria il governo sta incentivando l’estrazione di fosfati nella regione di Tebessa, mentre vicino alla citta’ di Bejaia esistono depositi di zinco e piombo. Senza contare che il governo sta facendo una ricerca per trovare depositi di terre rare molto richieste per la transizione energetica.
Giuseppe De Santis