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La virata a “destra” dei giovani in Francia e Germania: un voto contro verdi e progressisti

by Andrea Grieco
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Roma, 10 giu – All’indomani delle elezioni europee ci siamo svegliati con una sonora sconfitta della sinistra verde e progressista in tutto il continente. Ecco l’unico risultato realmente dirimente uscito dalle urne di questa tornata elettorale. Il trionfo della cosiddetta “destra”, dall’exploit del Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia con il 32%, al consolidamento di Giorgia Meloni in Italia con FdI che sfiora il 29%, passando per la scalata di AfD secondo partito in Germania con quasi il 16% e alla vittoria del Fpo in Austria con il 25,7%, mostra come un certo sentimento sovranista (con tutte le accezioni del termine) non si sia mai sopito del tutto. Una nota che spicca, soprattutto per quanto riguarda i casi di Francia e Germania, è la forte e decisiva virata a destra dei giovani under 30.

Al di là delle Alpi i giovani si spostano a destra

Il clima della vigilia di queste elezioni lo mostrava e i risultati del voto lo hanno confermato. La cosiddetta Gen Z, la “generazione Erasmus” tanto innalzata dalla sinistra, si è schierata in massa contro i deliri verdi e progressisti messi in campo dalla sinistra in questi ultimi anni. La tendenza, al di là della Alpi, è la stessa: in Francia Il 32% di ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha votato per la lista guidata dal presidente del RN Jordan Bardella, mentre in Germania il 17% dei giovani sotto i 25 anni ha scelto AdF, superando i socialisti di Scholz e raggiungendo così la Cdu. I giovani elettori tedeschi si sono allontanati soprattutto dai Verdi (nord-Europa in primis), i quali hanno subito un vero e proprio collasso elettorale (una tendenza riscontrabile tra tutti i partiti affiliati nel resto d’Europa).

Cosa esprime il voto dei giovani under 25?

Mettendo da parte tutte le differenze all’interno del grande calderone identificato come “destra” dai media mainstream e tutte le possibili critiche, anche giuste e condivisibili, di questi schieramenti, ciò che esprime il voto (seppur di pochi vista la bassa affluenza) dei giovani europei è una profonda stanchezza verso tutta la propaganda progressista, fatta di immigrazionismo, accoglienza, follie green e deliri woke che ha invaso l’Europa negli ultimi anni. Non è un caso che proprio i giovani di Francia e Germania, le due nazioni trainanti del continente più soggette all’immigrazione e alla propaganda “occidentale”, abbiano espresso questo malcontento. Un sentimento, seppur grezzo e a tratti irrazionale, che richiama la difesa della propria identità nazionale contro l’invasione dei “nuovi europei” oltre che contrastare l’apocalittica retorica del clima e l’attacco diretto dal gender all’identità sessuale. Un voto che può portare a dei frutti per destabilizzare la maggioranza progressista di Bruxelles? Forse no, ma il sentimento comune in Europa rimane.

Andrea Grieco

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