Roma, 21 lug – Ci risiamo, i giudici prendono il posto dei politici e l’Ue prende il posto delle istituzioni nazionali. Si parla, ovviamente di gay e affini. Capita infatti che la Corte europea dei diritti umani abbia condannato l’Italia per la violazione dei diritti di tre coppie omosessuali.
Il giudizio è stato emesso all’unanimità nell’ambito del caso sollevato da Enrico Oliari, presidente di Gaylib, l’associazione nazionale dei gay liberali e di centrodestra, contro l’Italia. La questione riguarda tre coppie omosessuali che vivono insieme da anni rispettivamente a Trento, Milano e Lissone (provincia di Milano) e hanno chiesto ai loro Comuni di fare le pubblicazioni per potersi sposare. Richiesta ovviamente rifiutata.
“La corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile”, si legge in una nota della Corte. Per la corte dunque “un’unione civile o una partnership registrata sarebbe il modo più adeguato per riconoscere legalmente le coppie dello stesso sesso”.
La sentenza provoca la reazione di gran parte della politica italiana: in primis del presidente della Camera Laura Boldrini che sottolinea: “Ora bisogna agire. Il Parlamento non può più rinviare, deve esprimersi chiaramente su un tema così centrale”. Sì, ha detto proprio così: “Un tema così centrale”…
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