Parma, 19 nov – Congedo matrimoniale anche alle coppie gay. E’ l’iniziativa della “Servizi Italia”, società del gruppo Lavanderie Italia, che ha deciso di estendere ai lavoratori omosessuali la possibilità di accedere al permesso retribuito in occasione delle proprie nozze. L’accordo siglato con i sindacati per ora coinvolge i 250 lavoratori della sede parmigiana dell’azienda, ma presto verrà estesa a tutti i 1500 dipendenti del gruppo Lavanderie Italia presenti negli 11 stabilimenti sul territorio nazionale. Non essendo legale il matrimonio omosessuale in Italia, il congedo verrà riconosciuto a quei lavoratori che decideranno di unirsi in matrimonio nei paesi dove è consentito.
Un’iniziativa che sembra mossa più da un preciso indirizzo culturale e dalla volontà di inviare un messaggio politico, piuttosto che da una vera necessità in termini di diritti. A confermare l’approccio “pionieristico” e ideologico dell’iniziativa è lo stesso Marco Tedeschi, segretario Filctem Cgil di Parma e firmatario dell’intesa: “Se in Italia la politica non vuole superare quella che è una resistenza culturale, prestando ascolto alla collettività, saremo noi cittadini a costringerla a farlo, applicando una legge che non è ancora stata votata. Quella che riconosce pari dignità all’affettività delle coppie omosessuali ed eterosessuali”.
Il sindacalista denuncia la presunta arretratezza culturale delle aziende italiane, ponendo invece gli esempi “virtuosi” di grandi multinazionali estere come Citybank ed Ikea, dove i matrimoni gay costituiscono la normalità, la prassi è già applicata. “In tutto in Italia gli esempi sono solo cinque o sei”, sottolinea con rammarico Tedeschi, che però non si è perso certo d’animo: “Mi sono detto – spiega il segretario della Filctem – perché non provare ad applicare quel modello in tutte le aziende italiane? Credevo sarebbe stato più difficile, invece non solo l’azienda si è dimostrata disponibile a collaborare, estendendo il diritto a tutti i lavoratori del gruppo, ma gli stessi operai hanno accolto la notizia con grande soddisfazione. E’ un risultato importante, perché è nostro dovere in qualità di cittadini e di rappresentanti sindacali lavorare per agire nell’interesse di chi vive una condizione di minoranza”.
L’entusiasmo per questa importante conquista sociale coinvolge ovviamente anche l’Arcigay, che non ha potuto fare a meno di sottolineare attraverso le parole del suo presidente, Flavio Romani, come “il caso di Parma sia molto significativo, perché l’azienda ha di fatto riconosciuto la validità del matrimonio tra persone dello stesso sesso, costrette ad andare all’estero per sposarsi. Fa piacere constatare che il numero di imprese convinte che questa sia la strada giusta sia in crescita”. Insomma sembrerebbe che quello ottenuto sia un risultato importante, capace di ridonare speranza ad un mondo, quello del lavoro , sempre più vessato e sfiduciato. “Il popolo non crede ai cultori delle cedole bancarie. Crede all’azione, a chi gli indica le vie del destino”, diceva il sindacalista rivoluzionario Filippo Corridoni. Chissà che alle soglie del 2014 non creda a chi gli indica le vie dei congedi per i matrimoni omosessuali, lasciando spesso da parte quelle per contrastare delocalizzazioni, concorrenza sleale dei nuovi schiavi e dissoluzione dello Stato sociale.
Davide Di Stefano