Roma, 29 mar – Continua a tenere banco il caso di Ilaria Salis, la maestra antifascista accusata di aver aggredito (insieme all’organizzazione terroristica tedesca Hammerbande) alcuni militanti di estrema destra con martelli e manganelli a Budapest nel febbraio 2023. La donna, detenuta in Ungheria da oltre un anno, ha visto in questi giorni negata la possibilità di tornare in Italia dal Tribunale di Budapest. La sinistra tutta, con Elly Schlein in prima fila, santifica chi ha spaccato teste innocenti paventando addirittura una sua possibile candidatura alle europee. Chi, come al solito, non ci ha fatto il favore di tenere chiusa la bocca è Christian Raimo, il quale ha insistito sulla necessità di picchiare i neonazisti.
Per Raimo la Salis ha fatto bene a picchiare i neonazisti
Lo scrittore e editorialista di Domani, ospite a L’Aria che tira su La7, ha lanciato un messaggio ben chiaro: “Qua c’è un’antifascista che va in Europa, quindi a casa nostra, a picchiare dei neonazisti. Cosa bisogna fare con i neonazisti? Secondo me bisogna picchiarli, ha fatto bene“. Una dichiarazione nitida che evidenzia la completa egemonia della sinistra antifascista sui principali media mainstream, nei quali viene letteralmente disumanizzato un determinato avversario politico. Inoltre, alla domanda “Mica insegnerà a picchiare i fascisti?” Raimo ha rincarato la dose, replicando come “sì, picchiare i neonazisti penso che sia giusto“. Toni simili, in uno studio televisivo di una delle principali emittenti nazionali, riportano alla mente tempi bui nei quali “uccidere un fascista non è reato”, oltre che frase comune, era una vera e propria prassi politica.
Il lato oscura della “violenza giusta” che agisce impunemente
La strumentalizzazione delle catene della Salis portata avanti da una certa politica, che oltre a minimizzare la gravità del fatto non prende minimamente in considerazione la parte lesa in quanto completamentedemonizzata, distrae così dalla reale gravità dei fatti. Parallelamente, le parole di Raimo mostrano il lato oscuro della “violenza giusta” su cui si fonda la “nostra” Repubblica. Una società dove si può agire impunemente e con qualsiasi mezzo contro chi è estromesso da ogni tipo di legittimità, estraneo ad ogni giudizio che non sia di disprezzo.
Andrea Grieco