Roma, 18 mar – Clandestini a non finire, poi la frenata di inizio anno, nel frattempo l’accordo con l’Egitto siglato nella densa giornata di ieri. L’Italia si trova sempre tra l’incudine Ue e il martello del Nordafrica, ma se le due parti in questione collaborassero di più le possibilità di iniziare un percorso verso la fuoriuscita da questo disastro oltredecennale aumenterebbero non poco. Il trend degli ultimi tempi sembra leggermente più incoraggiante sotto questo profilo.
Clandestini, ecco l’accordo con l’Egitto
Si parte con una dichiarazione di entrambe le parti, in questo caso Ue ed Egitto, con il premier Giorgia Meloni capofila dell’intesa. Al Paese africano arriverà un pacchetto di aiuti da 7,4 miliardi di euro: l’obiettivo è quello di ottenere la cooperazione del Cairo nella gestione dei flussi migratori irregolari. Al Cairo, oltre al premier, c’erano il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il primo ministro belga e presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, Alexander De Croo, il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, oltre ai primi ministri di Cipro e Grecia: due altre realtà interessate direttamente ai flussi nel Mar Mediterraneo.
Von der Leyen ha definito la relazione con l’Egitto di “importanza critica” e definisce una “pietra miliare” la firma della “Dichiarazione Congiunta per un partenariato strategico e globale”. Inoltre, “con il peso economico e politico dell’Egitto e la sua collocazione strategica in un’area molto problematica, l’importanza delle nostre relazioni non farà che crescere nel tempo”.
Per il presidente egiziano Al Sisi, “l’Egitto ha sempre attribuito particolare importanza alle relazioni che intrattiene con l’Unione europea e i suoi membri”, nella “ferma convinzione della centralità del partenariato con l’Ue”. Meloni gongola e parla di un “modello che ha fatto scuola” con l’Italia in prima fila nella faccenda. Aggiungendo: “Oggi l’Europa ha cambiato passo e sono fiera di questo perché era quello che volevo fare”, ha aggiunto Meloni, “dimostra che quando ti presenti con delle posizioni sostenibili, pragmatiche, serie è possibile che gli altri ascoltino”.
La spada di Damocle della “legalità”
Il limite è sempre quello. I passi in avanti sul tema della clandestinità sembrano orientati esclusivamente a bloccare quella illegale. Il che, intendiamoci, un filino meglio è. Ma non serve a molto, come sottolineavamo già negli ultimi giorni, se ad essa si accompagna una “legalizzazione” della migrazione di massa ugualmente dannosa sia per l’Italia che per il resto d’Europa.
Aurelio Del Monte