Roma, 13 mar – L’Italia ancora una volta a processo sull’altare del green. La Commissione europea di Bruxelles, dopo la sentenza emessa dalla Corte di giustizia Ue emessa nel 2020, ha avviato un nuovo procedimento di infrazione nei confronti della nostra Nazione per il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria. La stessa Commissione ha denunciato l’inosservanza della precedente deferita, sottolineando come nel 2022 “ventiquattro zone di qualità dell’aria” presentavano “valori limite giornalieri” di concentrazione dell’inquinamento superiori al consentito e una zona superava i limiti annuali. L’esecutivo Ue passa ora direttamente alle minacce: l’Italia ha due mesi per soddisfare le richieste e “colmare le carenze”, altrimenti potrebbero esserci sanzioni pecuniarie all’orizzonte.
Pronte sanzioni per l’Italia
La deriva ambientalista portata avanti dal “Green deal europeo” con i suoi diktat draconiani (come nel caso della protesta degli agricoltori) mirate all’obbiettivo “inquinamento zero” è ora realmente uno strumento di forte pressione politica, oltre che un ulteriore attacco diretto alla sovranità degli Stati membri. La direttiva europea in merito alla qualità dell’aria ambiente obbliga gli Stati dell’Unione a mantenere al di sotto di determinati livelli le concentrazioni di inquinanti specifici nell’aria, come il particolato Pm10 (l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente). Qualora questi valori stabiliti vengano superati, le varie Nazioni sono tenute ad intraprendere delle misure per ridurre questi limiti.
Solo l’Europa dissanguata sull’altare del green
Nonostante l’Europa, spinta dalla continua retorica di decrescita green, diminuisca considerevolmente il proprio inquinamento (mentre Cina e India aumentano esponenzialmente l’emissione di gas effetto-serra), continua la criminalizzazione di chi non rientra a pieno nei termini della transizione ecologica in corso. A nulla servono gli esempi delle disastrose conseguenze della follia verde come caro energia e il suicidio economico di interi settori dell’economia, la “crisi climatica” è il primo pensiero di Bruxelles. Così facendo l’Italia e l’Europa, sacrificate in nome dell’ambiente, si dissanguano inutilmente.
Andrea Grieco